LA SCUOLA NON MI PIACQUE 1993-02-08
A me, mi piaceva tanto di studiare! la scuola no! Quando ebbi finito scopersi che sbagliai.
Tanto, mi piaceva, la geologia, la fisica, la chimica. La matematica la odiai con tutto il cuore e con tutte le viscere, che i voti fossero buoni o no (ma era sempre sì). La geometria meno. In geografia ebbi sempre voti ottimali: sette, otto, nove; ma mi piacque sempre meno della storia, dove però non ebbi mai più di otto. Il perché non lo scopersi mai.
La storia dell’arte invece mi si incastronava sempre di traverso nello stomaco e non se ne scendeva fino a quando l’orario era tutto finito. Ma anche era per via della prof. che stava proprio di storto a tutti.
L’inglese nelle superiori non si fece e tutti dicemmo: “Che bene!” Ma non è così, e infatti lo studio ora.
Tutte insieme le ore di disegno si rompevano in tre parti: architettonico, professionale, dal vero. Qualche volta erano piacenti, qualche altra no. Talora erano “noia fusa”. Quando ebbimo a che fare con le uscite per ricopiare quelle cose belle lì attorno che già ci erano (colonne, chiese, mosaici per terra ecc.) a tutti il tempo ci spassava proprio; specie se erano belle giornate col sole.
Nel laboratorio di falegnameria era così così, anche perché ero la più piccoletta, e l’unica femmina; così mi divertii a fare solo i disegni dei mobili più complicati, poi pretendevo i legni più grandi e tutti dicevano: “Lascia stare piccola, faccio io!” Perché tutti erano gentili e grandi.
Anche l’italiano mi piacque molto. Specie quello quando si scriveva, essendo troppo timida mi chiudevo in me medesima come con una chiave. E chi mi apriva più?
No! la scuola non mi passò in modo facile! e così non mi piacque!
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