Che rottura!

CHE ROTTURA!   1993-08-10

I mesi di giugno e di luglio sono stati per me davvero iellati, di quelli che vorresti poter togliere dal calendario. Fra le tante contrarietà mi si sono rotti alcuni elettrodomestici fra i quali il televisore e la lavatrice, diversi oggetti e… la mamma. Già! é caduta e si è rotta un braccio. E lei è stata l’unica cosa che non mi è costata cara da aggiustare, parlando di denaro naturalmente, perché l’ingessatura le copriva l’intero busto ed entrambe per tirare avanti abbiamo dovuto spendere parecchia volontà ed energia.
Mi ero trasferita solo da un paio di mesi in una casa nuova e anche se il mobilio è lo stesso, è disposto in modo diverso e molte cose hanno ovviamente trovato una diversa collocazione. Stavo appunto cominciando ad adattarmi quando toh! mi si è rotta la mamma. Fortunatamente abitiamo vicine e per aiutarla dormivo a casa sua e di giorno andavo avanti e indietro, rompendo così anche le mie ore in più parti. E questo soprattutto, è stato quello che i giovani d’oggi definiscono “una vera rottura!”Il disagio più grande per me è stato proprio il dovermi adattare a questa specie di dualità della mia persona. L’essere appunto un po’ di qua e un po’ di là mi ha completamente stravolto le abitudini.
Oltre tutto mia madre e io abbiamo una totale diversità nel sistemare le cose e dunque quello che io per ipotesi metto nell’armadietto di destra, lei lo ha in quello di sinistra; se una cosa la ripongo nel cassetto in alto, da lei è su qualunque altro meno che nel primo. Ma non è una regola proprio perfetta, ci sono delle eccezioni che hanno contribuito a liquefarmi letteralmente il cervello; qualsiasi cosa dovevo così cercarla aprendo tutti gli sportelli o tutti i cassetti non azzeccandola mai al primo tentativo.
Ritornata a casa mia poi, dovevo rifare gli stessi mestieri e, naturalmente, non ricordando più dov’erano i vari oggetti che mi servivano ripetevo la medesima sequenza dell’apri-cerca-chiudi. Solo le imprecazioni contro me stessa erano ovunque uguali. Dopo un po’ di giorni se per puro caso intivavo il posto giusto ero talmente sicura di aver sbagliato che non vedevo affatto ciò che cercavo, e questo mi mandava letteralmente in bestia.
Ora siamo in agosto, hanno tolto l’ingessatura alla mamma ma ha parecchi dolori e quindi ha bisogno ancora d’aiuto; dormo però a casa mia, o meglio, ci passo le notti, poiché mio marito per evitare il caldo e il rumore del giorno lavora di notte e io resto parecchio sveglia senten­dolo armeggiare sul suo tavolo da disegno o quando, con grazia da elefante, se ne gira per la casa. Le ragazze sono entrambe in vacanza e io passo dall’ansia di saperle in giro, all’attesa di una telefonata, al dubbio che il loro “va tutto benone!” non sia del tutto vero. E dato che sono ognuna per conto proprio il tutto si raddoppia. Questi mesi estivi mi sembrano dunque un prolungamento dei precedenti. Ho i nervi a pezzi!!!
Signora Tranquillità e signora Fortuna, che ne dite di venire a farmi qualche visita di corte­sia? Si potrebbe prendere un caffè assieme, o magari un camomilla, che ne dite?
Competenze

Postato il

novembre 11, 2017

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