IDEE IN AUTOBUS 1991
Chi non ha mai provato la terribile noia di un tragitto in autobus per le vie del centro? tra fermate, semafori, passaggi pedonali, pochi metri si percorrono in decine di minuti, che per chi si annoia poi, sembrano ore.
Personalmente non mi interessa assolutamente ascoltare le chiacchiere di chi mi sta vicino e percorro la stessa strada più volte la settimana cosicché, anche guardare fuori dal finestrino non mi allevia la monotonia.
Ora mi sono accorta però che i corsi di italiano e di filosofia che frequento da qualche tempo mi danno dei risultati inaspettati: oltre alla soddisfazione e al piacere di parteciparvi, essi mi danno dei nuovi spunti e motivi di pensiero che riempiono anche il tempo del tragitto in autobus. Così, dopo una lezione di italiano, mi trovo a pensare a ciò che io o le mie amiche abbiamo detto, alle correzioni e ai suggerimenti del professore, ma soprattutto rielaboro il tutto facendomi nascere nuovi pensieri e idee per successivi scritti.
Peccato però di non poterli scrivere subito poiché, una volta a casa, il subitaneo ritorno alla quotidianità e manualità dei lavori domestici, mi fanno dimenticare perfino l’argomento sul quale per quasi mezz’ora la mia mente ha divagato.
Oggi abbiamo parlato di idee; su questo, Platone aveva senz’ altro le “idee chiare”, io non tanto. Capisco la filosofia fintanto che il professore la spiega, poi ritorno al mio materialismo.
Tutto il mio astrattismo, il mio pensiero, rimane sull’autobus, pronto però a essere ripreso alla prossima corsa.
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