AUTONOMIA 1992-05-25
Non ho nessuna spalla su cui piangere; allora abbasso la testa e piango da sola.
Autocommiserazione? Perché no! Se nessuno si preoccupa per me, minimo, devo farlo io stessa! Purché non si arrivi all’autolesionismo (il passo purtroppo è breve).
Ci sono dei periodi in cui tutto sembra andare storto; non un tantino obliquo, ma totalmente storto! A volte addirittura contorto, curva e controcurva; un brutto inizio, una inarrivabile conclusione.
Certo se ci si pensa, a qualcuno, all’ipotetico filo della vita, ci si forma addirittura un nodo, e anche più, per non parlare drammaticamente: quando il “filo” viene reciso. Ma a qualcun altro, sembra proprio tutto un rettilineo! Gelosia? Perché no! Non ammetterlo sarebbe da ipocriti. Parliamo in generale, s’intende! Fra i tanti miei difetti, questo è quasi inesistente, è solo un tantino così… giusto per non essere una di quelle persone angeliche alle quali sta tutto bene e che tutto accettano con un sorriso. Patate lesse. Preferisco la frittura mista: bene, male, dolori e gioie. Vita insomma! E trovo giusto il rendermene conto, accettarlo passivamente o combatterle, esultare o piangere. Io li chiamo sentimenti ed emozioni, e non mi vergogno a dimostrarli (autocritica), a chi però, non lo so. Ora qui non c’è nessuno, e comunque non mi baderebbero più di tanto.
Telefonare a qualche amica? no! Ne ho poche e me le tengo care; sovraccaricarle dell’ulteriore peso dei miei guai lo trovo cattivo. E poi non sono capace di piangere davanti agli altri. Non è contraddittorio con quanto ho detto sopra, parlare sì, ma le lacrime non escono. Orgoglio? Forse solo abitudine a fare da sola.
Mi sento molto giù… e appoggio la testa sulle mie mani.
Autocommiserazione?
Autonomia!
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