AVVENTURA PERICOLOSA 1991
I Com’è desolato e silenzioso questo posto! mi fa paura! Cammino ormai da parecchio tempo e non ho ancora trovato nulla. Ma devo proseguire, le mie compagne contano su di me!
L’unica fortuna è che il terreno non è accidentato ed è facile avanzare; a parte questi lunghi solchi, prima ho tentato di superarne uno con un balzo ma non ci sono riuscita, ho dovuto scenderci dentro e poi risalire dalla parte opposta. Ma anche lì, niente da mangiare.
Sono stanca, ma devo proseguire; camminerò ora seguendo questo bordo… ma è proprio interminabile! E questo cos’è? Che strana struttura! A cosa servirà? Non promette comunque niente di buono! è meglio che mi allontani prima che magari si metta a muoversi o che so io!
No, neanche qui! cammino da tanto e non ho ancora trovato nulla, e ora ho l’impressione di essere già passata per questo posto. Ma sì, ne sono sicura, è la stessa piccola distesa d’acqua! ecco laggiù quei lunghissimi cavi che ho notato anche prima.
Che strane cose ci sono da queste parti! Dove sarò mai capitata?
Provo a vedere qua sotto… Brrr che freddo, e che buio, anche se ci fosse del cibo non lo vedrei, meglio uscire, ho troppa paura dei luoghi così bui. Ed è anche meglio che cambi direzione, quella grande massa scura là in fondo ha un’ aria molto minacciosa.
Ancora qui? Che sia tornata sui miei passi ancora una volta o che sia un’altra di quelle strane costruzioni identica a quella di prima? Oh, mamma mia! credo proprio di essermi perduta! Dove vado ora? L’ombra enorme è sempre più vicina, non riesco più a ragionare con la mente fredda e non so nemmeno decidere da che parte andare.
Un momento… Sì, questo sembra proprio quel fortissimo odore che si mette addosso quella “tizia” tutta smorfiosa che ho incontrato vicino all’ingresso prima di uscire. Sì, eccola….
– Saaalve! Rientri? Anch’io, ti accompagno!
II Chi l’ha detto che le formiche sono insetti intelligenti? sono rimasta vari minuti e più a osservarne una che si aggirava correndo qua e là, andando avanti e indietro, praticamente coprendo solo la superficie di un metro quadrato del mio bagno.
E’ salita e discesa sul bordo fra una piastrella e l’altra, poi per un po’ lo ha percorso per lungo, è risalita e per poco non è finita per la seconda volta nell’acqua che mia figlia ha sgocciolato lavandosi i capelli. Si è aggirata attorno, ha “visitato” almeno due volte la molletta che mi era caduta prima di rendersi conto che non era una cosa commestibile; è finita sotto la lavatrice, è tornata fuori e sembrava volesse ripetere tutto daccapo. Non capisco! è passata e ripassata sempre sugli stessi posti; se proporzionata alla nostra grandezza avrebbe senz’altro percorso chilometri. Poi con le antennine si è scambiata qualche informazione con una sua compagna; forse le ha detto che in quelle quattro piastrelle non c’era niente da poter mangiare, e assieme sono sparite su un buchino lì appresso. Mi spiace piccoline, forse in cucina la ricerca vi avrebbe dato risultati migliori. Ma bastava che si fosse spinta un po’ più in là, dove mia figlia ha fatto cadere delle briciole della cioccolata che stava mangiando.
Se non avesse girato sempre attorno allo stesso punto forse le avrebbe trovate.
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