Mia sempre indimenticabile Amelia
Ho qui la tua carissima del Santo Natale, piena di novità, avrei dovuto risponderti prima, ma un’assieme di cose impreviste mi impedirono di farlo, ora che sono un po’ più sollevata m’affretto a mandarti questo mio scritto.Innanzitutto nella tua cartolina dici: “La lingua batte dove il dente duole”, perché spesso ritornavi al medesimo argomento. Temo che anche per me sarà altrettanto, mi spiego. Se guardi l’intestazione vedrai che questa mia non è partita da Keng-tung bensì da Loimwe, posto ove tutti gli anni passavo qualche mese di vacanza. Ma dirai, e fino a qui cosa c’è di male? A dirti il vero di male in realtà non ce ne sono, ma ciò nonostante ho sofferto assai, perché d’ora in avanti sarà la mia dimora. Come ti dissi nella mia ultima, hanno divisa la provincia, e per noi fu eletta la nostra Provinciale. Arrivò il 12 dicembre immaginati con quanta nostra gioia, ma da certe sue frasi enigmatiche comprendemmo che doveva fare qualche cambio. E fu per me come una doccia fredda, quando dopo il Santo Natale mi chiamò e mi disse che avendomi trovata molto più malaticcia desiderava mandarmi in un clima molto più sano e dove ci sarebbe meno lavoro. Che dire? Noi siamo figlie d’obbedienza e bisogna sottomettersi. Quando vide tutto il mio rammarico cercò di consolarmi e con pietose bugie tentava d’ingannarmi, dicendo che sarebbe stato soltanto per qualche mese, ma io vecchia e perciò pratica di questi affari non credetti troppo, ma in cuor mio ammiravo la bontà della nostra Provinciale, che cercava di fare il possibile per rendermi meno amaro il distacco. Mi accompagnò essa stessa l’ultimo giorno dell’anno, stette qui quattro giorni e al suo ritorno mi promise che verrà ancora per la fine del mese.
Ed ora eccomi qui nella nuova dimora. Vorrei narrarti la mia partenza da K. E il mio arrivo a L. ma la ferita è ancora troppo viva, non farei che irritarla. Ti dirò invece del mio nuovo lavoro. Siamo in tre suore, una va all’ospedale militare e ritorna la sera, un’altra, una nativa, fa scuola esterna d’inglese, io avrei cura la formazione delle catechiste, ossia vergini che aiutano i missionari nella cura delle missioni. A dirti il vero per me questo non lo trovo un lavoro difficile, tanto più che sono ancora le mie ragazze di K., ma quello che mi opprime è la responsabilità e il posto così monotono. E’ bello quanto si vuole, gli inglesi per esempio vanno matti, ma per me abituata alla vivacità di 105 ragazze, trovarmi qui con 12, là baldoria, vita, qui silenzio direi quasi claustrale, pazienza, m’assicurano che m’abituerò ed io lo spero, il Signore è obbligato ad aiutarmi. Per fortuna che ogni tanto verranno qui le suore a far vacanza, ci sarà così un po’ di diversivo.
Ed ora ho finito di sfogarmi, perdona questa mia debolezza, manifestando ad altri la mia croce mi sembra sia un po’ alleggerita, che virtù è la mia dopo 24 annidi religione!! Rispondendo alla tua, ti ringrazio prima di tutto degli auguri natalizi, sperando avrai ricevuto la mia, grazie dei giornali e delle notizie della guerra, sono anch’io abbastanza informata, il Reverendo Padre missionario di qui, mi manda sempre gli ultimi telegrammi, oggi per esempio mi mandò un fascicolo di giornali L’Italia, ho letto l’atto generoso di tante donne, con esse la nostra Regina, di dare alla patria l’anello nuziale; ho sentito inoltre, ma dai telegrammi inglesi però, che il giorno di Natale fu un giorno di lotta e di perdita per i nostri, che il Signore ci aiuti e mandi la pace.
Per conto del rimpatrio, ne parlano anche qui ridendo, i pezzi più grossi sono inglesi però con noi hanno niente, anzi ci usano molte deferenze, il capitano per esempio ci manda i telegrammi trasmessi dalla radio, l’hanno a morte con Mussolini, sfido io, chissà che paura, che tremore che l’Italia si ingrandisca! Quanti disturbi porta nel mondo quella superbia.
Ho sentito la novità della scelta di Bruno, mi raccomando mi faccia fare la conoscenza, io le risponderò sempre con piacere. Di Emma me ne avevi già parlato ma non ancora del fidanzamento ufficiale, sono contenta che il Signore vi benedica, attendo con impazienza uno scritto con una fotografia, accludo qui due righe per lui.
Ho sentito della ‘giornata missionaria’ e i tanti soldi raccolti, che Dio benedica tutti i benefattori, se sapessero quanto bene si farebbe di più con più mezzi, ora però credo che anche così staranno passando una brutta crisi, noi invece, specialmente noi suore, la provvidenza non manca proprio, si tocca proprio con mano che il Signore contraccambia cento per uno. Ho sentito pure la farsa gustosa, certo che non si prega per la scelta dello Stato si può prendere facilmente dei granchi.
Ringrazio Gina della sua lettera, a lei pure mando due righe. A Nina pure mando il mio cordiale saluto in un al mio caro Sergio che spero continui a lavorare ed essere così d’aiuto ai cari genitori. E Giacomo come sta? Ha da lavorare? Se non ne ha lo consiglierei di venir qui, certamente farebbe furore perché la pasta (caosin) piace tanto a questa gente, se è troppa la lontananza, può tornare a casa il sabato per passare la domenica in famiglia e ritornare il lunedì, stia tranquillo che io gli procurerò gli avventori, sei contenta? Mi sembra di non aver altre novità, quando mi scrivi manda ancora a K., fino a tanto che son sicura di rimanere qui, te lo scriverò io quando avrai da cambiare indirizzo. Qui la posta arriva due volte la settimana. Amelia carissima, raccomandami al Signore ne ho proprio bisogno specie per la lingua, ora che so abbastanza il shian, ho da parlare di più l’inglese perché gli impiegati del governo abitano qui e qualche volta vengono a far visita oppure scrivono, la suora indigena poi non sa una parola in italiano, l’inglese io l’ho studiato pochissimo e senza pratica immagina quante bestemmie dico.
Dunque addio mia cara Amelia, io t’assicuro del mio continuo ricordo, aspetto un calendario, mandandoti mille grazie anticipate, unisco pure mille sacchi di baci e di abbracci mentre mi dico di te sempre più che aff.ma sorella missionaria Suor Andreina C.
Perdonami se questa volta non scrissi alle mie suore lo farò quando sono sicura delle cose, e poi mi riesce doloroso riandare a certi ricordi in questo momento… scriverò, ciao ciao ciao.
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