LOIMWE 22-11-1936

Mia carissima nipote Gina

            Scusa la mia impertinenza e perdona la mia audacia se oso trasgredire il tuo ordine ossia di non nominare più l’invito che ti feci di venirmi a trovare, sii buona, come lo sei sempre, ed ascolta due sole parole non faccio altro che rispondere alla tua lettera. Io intanto ho fatto questo viaggio, senza essere dama di compagnia e senza aver sposato un ricco signore. Ma dirai che lei ha la vocazione, e dici benissimo, la vocazione è un dono che noi non possiamo certamente conoscerne il prezzo e se tu non l’hai, pazienza il Signore chiama chi vuole, ma prima di dire così scruta bene in fondo al tuo cuore, se è soltanto per il dispiacere di lasciare la mamma (che non intraprenderesti simile viaggio) ti ripeterò le stesse parole di Gesù: Chi ama il padre e la madre più di Me non è degno del Regno dei cieli.
E riguardo a questo ho finito, incomincerò a rispondere alla tua carissima. Prima di tutto non è al tutto illecito manifestarti la colpa del figlio del Saboà per la quale non avrà il trono per tre anni. In generale questi principi e principesse sono ingordi di denaro e pur d’averne tanto sono disposti a compiere qualunque azione, il maggiore che è già diseredato ha fatto e continua a fare monete false. Il secondo che era destinato a succedere al padre, d’accordo con tutta la famiglia composta di sette donne con i loro rispettivi figli e figlie, comprarono per un minimo prezzo dai loro sudditi una grande quantità d’oppio, e lo mandarono all’estero esigendo una somma favolosa, si azzardarono un po’ troppo. Hanno sequestrato tutto l’oppio, perdettero il denaro e senza Saboà per tre anni, e siccome hanno l’usanza d’innalzare sul trono il nuovo re alla presenza del cadavere, così l’hanno chiuso nella sala del trono e aspettano la fine del castigo.
Nella tua carissime mi domandi inoltre se qui suonano mandolino e chitarra, quali cerimonie fanno quando si sposano, da quanti anni in media si sposano, se vi sono scuole pubbliche e chi insegna loro. Son ben felice che con le tue domande m’hai dato materia di scriverti un po’ a lungo. Devi dunque sapere che qui non usano né mandolino né chitarre. I montanari hanno una specie di piva fatta di bambù e nei loro balli usano questa, hanno anche una specie di piffero esso pure di bambù ma anche con questo non suonano che le loro nenie. Però i ragazzi dell’orfanotrofio di Keng-tung, ai quali Monsignore ha fatto avere una bella banda, suonano a meraviglia, hanno trombe, tamburi, e pifferi, e ad ogni occasione intonano delle belle suonate. Per gli sposalizi non saprei proprio quali funzioni facciano, i pagani di bello e di buono niente, gli icò specialmente hanno dei costumi ancora bestiali, i cristiani, i più ricchi, ammazzano un maiale e invitano gli amici e conoscenti a fare un po’ di baldoria indi vanno a fare le offerte ai padri e alle suore, di un po’ di frutta, qualche uovo, e i benestanti anche qualche gallina. Alcuni poi niente del tutto. Ho visto varie delle nostre ragazze a sposarsi, alla sera lo sposo manda un vestito nuovo come regalo ed alla mattina dopo vanno a sposarsi, ma bisogna si alzino un po’ presto per andare in cerca dei testimoni che non hanno ancora avvisati. Dopo la S. Messa torna ancora in convento la sposa, a mangiare con le ragazze e non ritorna dallo sposo che verso sera. Oh! è ben diverso da noi. Per l’età poi non guardano tanto, si sposano da quindici, sedici anni come da venti, venticinque e trenta, la cosa più importante per questa gente è il colore, quando una ragazza o un ragazzo sono un po’ bianche, certamente troveranno splendidi partiti, splendidi s’intende per loro. Quando invece al contrario sono piuttosto scuri, abbiano pure tanto argento, difficilmente troveranno d’accasarsi. Ed ora riguardo alle scuole. A Keng-tung ce n’è una sola del governo, è mista e gl’insegnanti sono tutti uomini, studiano soltanto fino alla quinta e non più in là. Poi c’è l’orfanotrofio dei padri che studiano fino alla settima, un po’ più in basso c’è la nostra per interne, alle quali insegnano le nostre maestrine, e soltanto da qualche mese ne hanno aperta una in inglese per esterne, presentemente sono in trenta scolare ed insegna una delle nostre suore indiana. A 20 miglia più lontana precisamente qui a Loimwe c’è la nostra esterna con quasi cinquanta scolari, studiano inglese e birmano, che insegna anche qui è una suora indiana aiutata da due nostre ragazze che sono andate a studiare a Toungoo. Ieri sono andata a dare un’occhiata, c’erano tutti i più piccoli radunati a contare fu un vero piacere a sentirli è proprio vero che la semplicità incanta.
Ed ora ho finito di rispondere alla tua, spero sarai soddisfatta delle mie risposte. Grazie della commissione fatta presso Bruno, quel sopraintendente è partito e al suo posto ne è venuto un altro. A te pure invio i miei più fervidi ed affettuosi auguri per il S. Natale, in un a ai tuoi cari fratelli, specie al tuo scolaro che ti fa portare pazienza, immagino che portento riuscirà con simile maestra…….. Gesù Bambino ti benedica e ti dia tutte quelle grazie che desideri, in quella notte felice ricordiamoci a vicenda, nella S. Comunione si ottiene tutto quello che si domanda. Io quest’anno unita alla preghiera avrò anche il sacrificio, perché il Natale di Keng-tung è ben diverso, non lo dimenticherò più.
Spero questa mia ti trovi in buona salute, scrivimi ancora mi farai sempre un grande piacere, io pure ti darò materia di rispondermi. Che mestiere fai? hai qualche amica? ti piacciono i divertimenti? Con i miei bisogni ti raccomando anche quelli delle mie ragazze son buone sì ma hanno bisogno di lavorarsi ancora, alcune sono figlie del bosco e trovano difficoltà nello studio, poverine io le ammiro, la loro buona volontà è di buon esempio per me.
Addio mia cara Gina, di nuovo tanti auguri anche per un nuovo anno, ti mando un mondo di baci ed abbracci e credimi sempre la tua aff.ma zia missionaria suor Andreina C.

Competenze

Postato il

febbraio 18, 2018

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