LOIMWE 31-3-1937
Mia carissima Amelia
Anche questa volta ne ho due da rispondere. Intesi quanto hai avuto caro il pacco, sono contenta anch’io e come disponi tu è fatto bene. A dirti il vero la stoffa caffè l’avrei mandata tutta per te, in fin dei conti sei tu che ti disturbi sempre a scrivermi e mandarmi quello che ti domando e hai il diritto di tenerti tutto. Hai fatto bene a dare di più a Emma essendo quella che per ora più ne abbisogna, riguardo ad Antonia non saprei cosa dirti, per lei avrei mandata quella camicetta crema, ma se ora è in lutto, non può certo usarla, se non sa niente che ti ho mandato qualche cosa, taci, a un’altra occasione manderò qualche cosa anche per lei. Mi spiace immensamente abbia a comportarsi così anche con te non avrei proprio mai creduto, se tu fossi contenta le scriverei io due righe di quelle che fanno un po’ riflettere sempre s’intende con un po’ di prudenza, non lo farò prima d’avere il tuo consenso, anche se avesse tutte le ragioni (ciò che non suppongo neppure) quando l’altra parte si abbassa e desidera riconciliarsi, è veramente da pagano il non voler cedere, tanto più poi se è dalla parte del torto.
In quanto a sfogarti non aver timore di farlo, una parola di conforto fa sempre bene, lo scrissi anche l’altro giorno alla Rev. Provinciale che mi ringraziava per tener qui qualche suora che ha bisogno di salute, siamo qui a sacrificarsi tutto il giorno per formare ed educare queste ragazze, e non faremmo qualche sacrificio per le nostre compagne, i nostri cari? E poi se non altro io t’aiuterò sempre con le mie povere preghiere, non aver quindi timore a sfogarti, anzi mi farai sempre un vero piacere. Ho sentito con mio grande dispiacere quello che ti è capitato, puoi proprio ringraziare il Signore ti ha fatto davvero una grazia, essendo l’occhio così delicato potevi proprio perderlo, io ho fatto subito una S. Comunione di ringraziamento, e pregai proprio con tutto il fervore di conservarvi tutti sani e salvi.
Spero avrai ricevuto la mia in cui ti mandavo un po’ di immagini da far stampare con la data e cinque rupie perché a dirti la verità non mi sento in coscienza di farti spender soldi. Rimasi veramente commossa nel ricevere la cara scatola di dolci, erano proprio la qualità che tu mi scrivesti e, per tuo piacere, sappi che mi furono più che graditi, sono una manna per il mio mal di gola mi fanno tanto bene, perciò sarò tanto egoista e non ne darò a nessuno; di cuore ti ringrazio tanto tanto anche dei giornali che leggo sempre con vero piacere.
Nel tuo carissimo letterone mi domandi se ricordo Maria e Palmira Bianchi, per vero non ricordo proprio bene, Palmira non è forse, parlando umanamente, quel bel pezzo di giovane (al mio tempo s’intende) grande e grossa? Se è quella famiglia che m’intendo io avevano anche un ragazzo per nome Gherardo mi sembra, non essendo sicura ti pregherei per intanto salutarmele tanto e la prossima volta mi farai un vero piacere dirmi se son quelle che m’intendo io, ti accludo però un saluto come tu desideri. Nell’altra tua ho sentito della Piva, poverina, é da compatire perché non ha sempre avuto voglia di sposarsi, è vero che alla sua età dovrebbe mettersi in pace ma come si fa? Deve essere un gran tormento non poter raggiungere il proprio ideale, non è vero. Penso a me stessa se non avessi potuto consacrarmi al Signore, certamente sarei stata infelice, quanto dobbiamo ringraziarlo d’averci aiutate a seguire la nostra via. Se hai occasione di vederla salutamela tanto per me, dille che mi scriva con libertà mi farà sempre piacere e certamente, potendo, le risponderò.
Dunque hai avuta cara la fotografia? Me ne hanno fatta un’altra se riuscirà te la manderò. Riguardo alle seccature…..
Un saluto ed un bacione grosso grosso grosso alla mia arcicarissima mamma, scriverò presto di nuovo.
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