LOIMWE 5-7-1937 Amelia

LOIMWE 5-7-1937

Mia sempre carissima Amelia

            Ricevetti la tua assieme con quella di Gina e ti ringrazio di cuore. Non puoi immaginarti quello che provai nel leggerla. Tu m’avevi scritto che Rita si sposava il 23 ma io aveva compreso il mese di luglio e in quel giorno vi ho ricordate chissà quante volte ed ho pregato con il maggior fervore che ho potuto, ho ascoltato la S. Messa per il povero Eugenio, pensava: Forse mentre la figlia è nel piacere, il padre soffriva. Invece nella tua ultima mi dici che il matrimonio fu il 23 giugno. Come già ti scrissi da loro non ho avuto nessun scritto, da qui si vede quanta è la loro ignoranza, perché hanno qualche cosa nel cuore con una devono prendersela con tutti? Il loro modo d’operare mi ha fatto veramente male, non avrei mai creduto che in un’occasione simile, fossero capaci di mantenere tanto odio nel cuore, guai se le mie ragazze che son pagane d’ieri, andassero a dormire con qualche piccolo rancore, non lo farebbero prima per delicatezza di coscienza e poi perché sanno che darebbero dispiacere a me. E lei, Antonia, ha avuto il coraggio di resistere così tanto alla mamma? Se non fossi tu quella che mi dice la cosa non crederei tanto facilmente. E io ho mandato la stoffa nera credendo che tenessero il lutto per tutto l’anno, le scriverò sì ma aspetto prima di vedere se loro mi scrivono, facendomi sapere almeno che l’hanno ricevuto. Per i confetti non disturbarti, mia cara, sebbene, non ti nascondo mi sarebbero stati cari, non per i confetti, ma per il loro ricordo. E credi tu che abbiano passato quel giorno proprio felicemente? Non lo credo io. La coscienza certamente avrà loro fatto sentire rimorso, non può assolutamente goder la pace chi con baldanza ricusa di farla con una sua sorella. Certamente il Signore, se lei non vuol far volontariamente la cieca aprirà a lei gli occhi e le farà capire il suo torto, per intanto tu non badarci e cerca di stare allegra con la tua cara famiglia, alla quale auguro le più elette benedizioni. Le scriverò forse la prossima volta, perché ora sto per andare a Keng-tung per far spese e per parlare con la R. Provinciale.
Anche a me è toccata bella in questi giorni, m’è scappata una ragazza, un’aspirante che veramente era appena in prova perché non dava tante buone speranze, per fortuna è andata a Keng-tung poteva anche andar dai protestanti, immagina che giorni ho passati è una ragazza che abbiamo allevato proprio noi, quando ce l’hanno data aveva tre anni, mi pacificò un telegramma della R. Prov. che mi diceva essere colà. Come ti dissi le immagini le ho ricevute tutte in due volte e di nuovo ti ringrazio, sono più che sufficienti. Senza dubbio avrai ricevuto il mio scritto in cui ti manifestava il desiderio riguardo i regali che con tanta bontà volete farmi. Ho scritto pure riguardo al fonografo, cara la mia Amelia vai proprio a romperti la testa per farmi un piacere, cosa vuoi che ti dica, se hai questa buona volontà, fai quello che vuoi, guarda però di non spendere troppo, riguardo ai dischi guarda che non siano immorali, canti, parlate, suonate, anche pezzi d’opera, ma che non trattino troppo di cose amorose, che sebbene le ragazze non capiscano, comprendono però le suore. Mi sono spiegata? Quando sarai in buon porto, ossia quando l’avrai già, fammelo sapere, che per la spedizione potrò aiutarti un po’ anch’io, mandandoti qualche rupia. Se puoi realizzare questo tuo sogno chissà la felicità delle mie ragazze e la mia se poi vi fosse anche qualche valzer!!
Aspetto di ricevere un tuo scritto che hai ricevuto il pacco, e mi fai anche sapere quanti metri di seta desideri per il vestito da sposa di Gina.
Ed ora quella tal golosetta di tua conoscenza, t’inviterebbe a mangiare un po’ di pesche nel suo giardino. Oh se foste più vicini. Ho dieci piante di pesche cariche di frutti, è un piacere a vederle, ma più a mangiarle. Quale soddisfazione sarebbe per me vedervi tutti qui a fare una scorpacciata!!!
Questa mia ti arriverà per i primi di agosto, farò dunque ancora in tempo a presentarti i miei più affettuosi auguri per il tuo compleanno. Il Signore ti benedica in un alla tua famiglia, che ti prego salutarmi tanto tanto principiando da Giacomo, Nina, Bruno e Gina, Emma e Nino, Gina Sergio. A proposito mi scrivesti di Sergio, è poi a posto come tu desideravi?
Addio, mia cara, ti scriverò ancora quando tornerò da Keng-tung, intanto sta bene te l’augura di tutto cuore la tua sempre più aff.ma sorella missionaria suor Andreina.

Competenze

Postato il

febbraio 21, 2018

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