Mia carissima Amelia
C’è ancora un po’ di tempo per il S. Natale ma preferisco ti arrivi prima che dopo, comincio intanto col farti gli auguri. Gesù Bambino ti conceda tutto ciò che tu desideri in un alla tua carissima famiglia, a questo scopo io Lo pregherò fervorosamente in quella notte, tanto più che avrò la gioia di essere a Keng-tung. Ma, mi sembra di sentirti dire, quella la tutti i momenti va a Keng-tung. E’ proprio così, sono appena tornata e già m’è arrivato l’invito di andare con tutta la mia brigata, poiché fanno la festa per il 25.mo di missione ti accludo il programma. Ma c’è la fortuna che l’auto scende al piano tre volte la settimana martedì, mercoledì e sabato, il Natale é in sabato dunque io devo andare giù mercoledì, tre giorni prima, che bellezza!!!!
Da una settimana la Rev. Provinciale è partita per la bassa Birmania a visitare le comunità di colà e non ritornerà che in dicembre perché deve aspettare le nuove suore dall’Italia, ossia quelle che spero mi porteranno il tuo fonografo. La Rev. Provinciale appena ha sentito che c’era a Milano il tuo bel regalo ha scritto subito a una suora di sua conoscenza che si trova nella casa Madre, spero proprio me lo porteranno, credo partiranno dall’Italia proprio quest’oggi 17 novembre.
Ed ora per darti le notizie di qui ti farò noto un fatto terrorizzante successo a Keng-tung. Come certamente ricorderai tre anni or sono morì il Saboà di qui, l’unico figlio della regina ossia della prima donna, perché come già vi scrissi ne aveva sette, fu dal governo inglese diseredato perché fabbricava monete false. Il trono toccava dunque ad una dei sei figli della seconda donna, ma esso pure alla vigilia di salire al trono, d’accordo con tutta la famiglia reale, spedì nel Siam dei lory pieni d’oppio per il valore, dicono, di milioni. Ma il governo li scoperse e per castigo prolungò di tre anni la nomina dell’eletto. Se ti ricordi, ti scrissi che l’incoronazione deve essere fatta alla presenza del cadavere del Saboà defunto, decisero perciò d’aspettare i tre anni, la cassa intanto fu posta in una stanza e chiusa in modo che nessuno potesse entrare. Il governo intanto per tema che il diseredato potesse vendicarsi del suo fratello, alla chetichella lo allontanarono con tutta la sua famiglia, colla proibizione di rientrare in patria. Le cose andarono lisce fino alla settimana scorsa, così almeno si credeva. Secondo il costume shan in ottobre fanno delle grandi feste per una intera settimana, all’ultimo giorno ciascun villaggio circostante deve formare con i bambù il corpo d’una bestia al naturale e a suon di tam tam portarla in processione per la città ed alla sera al chiarore di torce a vento, devono sfilare davanti al Saboà che assiste allo spettacolo con tutta la famiglia reale, invitati ed una sterminata folla di popolo. Anche quest’anno dunque le cose furono ordinate come il solito. Il futuro Saboà, come già tutti lo chiamavano senza aver ottenuto la nomina ufficiale, si presentò indossando la sua bella uniforme, con a fianco due sorelle, la sua moglie è andata in Inghilterra per una gita di piacere, appena seduto, dalle sue guardie schierate davanti a lui intonarono l’inno birmano, avevano appena finito quando fra loro uscì un galantuomo e con cinque revolverate raffreddò subito il povero Saboà. Immaginati la confusione ed il terrore, e l’assassino ebbe il coraggio di scappare o per dir meglio lo lasciarono scappare perché sembra sia stata una trama fatta da tutti i ministri d’accordo con le guardie, istigate del fratello esiliato. Ne hanno legati una quarantina, fra i quali un suo nipote che temono sia stato l’uccisore. Tutti i pezzi grossi sono qui per poter mettere a posto il caso, vedremo come andrà a finire, chi metteranno ora per Saboà? L’ucciso non fece a tempo di dir una parola, chissà sua moglie quando sentirà l’accaduto.
Questa è l’ora propizia per gli inglesi, vi è ancora un fratello del morto ma non vuol saperne, se ci fosse qui il nostro duce farebbe in fretta a prendere le redini. Non so quando ci saranno i funerali, secondo i loro usi il figlio deve essere sepolto prima del padre. Oh che momentaccio, quanti delitti deve avere sulla coscienza quell’esiliato! Ora però credo abbiano preso anche lui, come andrà a finire te lo saprò dire.
Amelia, carissima, come stai? Spero bene, così pure tutti i tuoi famigliari, io così e così si può dire quasi sempre lo stesso specie la schiena non vuol far giudizio, però sono sempre in piedi e posso compiere il mio dovere, ora poi la piogge sono finite, se vedessi che splendide giornate, possiamo godere sole e aria in abbondanza. Ho fatto la domanda per un pezzo di terreno ove desidererei trasportare la scuola esterna e mi venne concesso subito, anzi di più di quello che ho domandato, senza spendere un soldo s’intende e il sopraintendente mi pregò di mettere subito una siepe acciò cambiandosi il nuovo venuto non abbia a che dire. Oh se gli italiani avessero parte di tutto questo terreno incolto, chissà quanto lo farebbero fruttare.
Ti mando un giornale, le Missioni Cattoliche, perché c’è una piccola fotografia di Loimwe c’è su: Keng-tung (Birmania) Pittoresco villaggio shan. Noi siamo dalla parte opposta, ti ho fatto un segno, ossia dalla parte degli europei. Vedi quelle belle piante? Sono di ciliegie e ombreggiano tutta la strada attorno al lago. Quel missionario sulla strada è il nostro Monsignore. La nostra passeggiata preferita è andare in giro al lago, s’impegnano tre bei quarti d’ora. Quella segnata + è la pagoda per i buddisti, il puntino segna la mulattiera che va a Keng-tung, ti piace? Troverai scritto un articolo: I Protestanti. Leggilo è un nostro missionario che scrive è gustoso e faceto quanto mai, ciò che scrive è la pura realtà.
Ho scritto ad Antonia, ho pensato prenderla dalla parte del cuore, chissà che abbia a riconoscere il suo torto, io intanto continuerò a pregare.
Non mi resta che salutarti carissima pregandoti di ricordarmi al Signore, salutami tanto tanto Giacomo e tutti quelli che ancora mi ricordano.
Dovendo scrivere a Maria la settimana venture accluderò uno scritto per i miei cari nipoti. Addio Amelia, stammi bene, t’invia un numero infinto di baci ed abbracci la tua sempre aff.ma sorella suor Andreina.
Mi farai un gran favore se consegnerai questa lettera alla Edvige, scusami il disturbo.
Ciao, ciao, ciao, ciao, ciao, ciao.
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