Mie carissime nipoti Gina e Nina
Grazie del vostro scritto ma guardate che mi avete fatta la promessa di scrivermi ancora presto e a lungo, ricordatevi che ogni promessa è debito, e se voi non mantenete la promessa vi metterò in castigo, vi farò inginocchiare ma davanti a me, avete capito. Allerta dunque! Poverine, sono troppo esigente non è vero? Con tutto il lavoro che avete da fare e come dite voi bisogna ringraziare il signore che ve ne manda, quando mai torneranno i prezzi primitivi?
E i biondini occupano ancora Venezia? Anche dalla Birmania sono stati mandati via, ora il governo è birmano e devono star sotto del Saboà, un giovanotto di venti anni figlio di quello che hanno ucciso anni or sono. Vedremo come andranno le cose, certamente i birmani non sono capaci di reggersi da soli non pensano che a intascar denaro.
Spero che questa mia vi trovi in buona salute, al 15 di giugno ho ricordata la povera Emma ed ho anche fatto pregare, non passa giorno che non guardi la sua faccia sorridente e con lei tengo unita la fotografia dei due cari frugolini, cari angioletti che il Signore li protegga ora e sempre e ricompensi voi della carità che avete usata.
E Gina come va? Prima della guerra mi hai scritto che eri promessa, come è andata? Sei ancora libera? A quanto pare sì non è vero? Ah! mia cara fai sempre tempo ad andare a patire, fa bene Nina che fa compagnia alla mamma. Nina cara ti ho sempre presente quando eri bambina che con Bruno andavate a scuola e siccome non volevate andare la vostra mamma dalla finestra vi faceva mille promesse e stava colà a guardarvi fino a tanto che non avevate voltato l’angolo della calle, ti ricordi ancora?
Ah! come passano gli anni, la mia vita mi sembra un sogno, spero non fare in tempo a vedere un’altra guerra, come sentirete dalla vostra mamma sono tornata a Loimwe, tutti i giorni vado alla nostra missione un quarto d’ora di strada ma v’assicuro che mi sembra di andare a visitare una tomba, da per tutto buchi di bombe, trincee, non si conosce più niente, casa diroccate, erba da per tutto, ho trovato ancora una pianta d’uva, potete immaginarvi con quanto mio piacere, l’ho pulita, vedremo se darà ancora la mia bella uva candiota. Ma in paragone a questa povera gente noi abbiamo perduto niente, a questi poveri montanari hanno rubato tutto tutto, bestiame, vestiti, argento, presentemente soffrono proprio la fame, ah! quella maledetta guerra! Cosa poi hanno guadagnato? una strage di morti, di distruzione e di spaventi e…….un’infinità di peccati.
Chiudo la mia chiacchierata perché devo spedire oggi altrimenti mi tocca aspettare un’altra settimana. Sperando di ricevere presto una vostra, vi prego di salutarmi tanto tanto Bruno e Sergio, dite a Bruno che ho ancora da vedere i suoi bambini, ciao, state bene, ricordatemi al Signore e credetemi sempre la vostra aff.ma zia missionaria suor Andreina.
Il mio indirizzo è eguale, invece di Keng-tung scrivete Loimwe. Anche invece delle tre parole Roman ecc potete scrivere soltanto R. C. M. come scrissi (quel From vuol dire da voi tralasciatelo sulla busta.
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