Mia carissima nipote Gina
E’ impossibile che possa descriverti la gioia provata nel ricevere la tua lunga ed affettuosa lettera, unita alle più che care fotografie, ti ringrazio di tutto cuore e per contraccambiarti, ti scriverò io pure un po’ più a lungo, sei contenta? Ah! potessi aver la felicità di poterti dare qualche tiratina di riccioli, ma non ostante la promessa della tua mamma credo che S. Antonio farà il sordo, pazienza ci rivedremo in Paradiso. Ho letto con immenso piacere quanto mi descrivi intorno la nostra cara vecchietta, desiderava proprio che le due Superiore venute in Italia le portassero il mio saluto, il Signore invece ha voluto diversamente, sia fatta in tutto la Sua volontà. Non posso dimenticarla e tutte le mattine infallibilmente raccomando le Anime Sante del purgatorio, nomino sempre in modo speciale: la mamma, Sg. Bepi, Giacomo ed Emma, se non hanno più bisogno di preghiere, mi raccomando al loro aiuto. Beate voi che avete potuto assisterla, spero però che il buon Dio avrà tenuto conto del mio sacrificio.
Ed ora passo ad altro. Ho letto le tue vicende e decisioni, non penso di darti qui dei consigli, ma solamente manifestarti le mie idee perché non ho esperienza in simile materia avendo vagheggiato la verginità fin dai tredici o quattordici anni quando cioè non sapeva ancora cosa era la verginità. I tuoi sentimenti sono più che giusti, la sola simpatia non basta a rendere felici due persone, se non c’è vero amore d’ambo le parti adagio adagio s’infiltra la freddezza, il poco rispetto scambievole che finisce nella discordia e rotto il ghiaccio una volta è ben difficile riunirlo. Ti racconterò un fatto toccato proprio a me. Tu lo sai anni or sono avevo la sorveglianza delle catechiste, ossia ragazze che fanno promessa di non sposarsi per aiutare la missione, ne aveva una, cara quanto mai, obbediente, affezionata tanto, dava insomma buone speranze. venne quella benedetta per non dir maledetta guerra, si dovette sloggiare da Loimwe, e per mancanza di entrate si dovette far sacrifici per poter mantenere queste ragazze, allora ne avevo dodici, comperai due prima, poi altre mucche, e per turno mandavo queste catechiste in prova a vendere il latte. Fu in queste occasioni che Fiorina, così si chiama quella ragazza, simpatizzò con un giovane cristiano sì, ma di razza grama. Si parlarono varie volte fino a tanto che si promisero. Io però nulla sapeva, lungi dal pensare una cosa simile stante che era tenuta per la più fidata. Una mattina m’arriva un biglietto, mandatomi da Monsignore, superiore della missione e di questa congregazione di catechiste, che diceva: Fiorina vuole uscire dal catechistato, la lasci andare altrimenti scapperà. Ti puoi immaginare il mio dolore, sapendo poi anche in quali mani andava a finire, la feci ragionare, la pregai di ascoltarmi che si sarebbe pentita, altre buone persone le fecero capire che quel giovane non era un buon ragazzo che non l’amava, ma lei, poverina, nulla comprese l’amava lei e tanto bastò. Si sposarono in marzo, ai monti perché lui faceva il maestro colà, in giugno seppi da alcuni cristiani, che quel tipaccio (pace all’anima sua perché è già morto) giunse sul punto di legarla per i capelli a una gamba del tavolo e batterla con un legno. Stanca di tanti maltrattamenti volle venire a Keng-tung, ove aveva ancora la sua famiglia e si stabilirono colà. Lui andò a fare il maestro nell’orfanotrofio della missione e lei guardava la misera casetta vendendo qualche cosa. Ma neppure l’aria di Keng-tung cambiò il cuore di quell’inumano, e quasi tutti i giorni mi vedevo comparire quella povera donna piangente, tutta pestata, alle volte stava con me delle giornate intere. Soltanto allora comprese il suo sbaglio, ma ormai non c’era più rimedio, e sebbene lui la cacciava sempre dicendole: Va dove vuoi, io non ti ho cercato, la poverina sopportava in pace per riparare al suo fallo d’aver disprezzata la vocazione. In febbraio diede alla luce un bambino, ma così malsano che dovette stare all’ospedale per qualche mese ove si ristabilì alquanto. La povera sposa credeva che il piccolo neonato portasse un po’ di pace in famiglia, tutt’altro, erano ancora continue botte e maltrattamenti, e quando lei piangente diceva: Non battermi quando ho Mattia in braccio, non vedi come si spaventa? E lui rispondeva: Morite entrambi, ed io vi seppellirò in una sola fossa. Ma il Signore lo castigò. In settembre io andai a Keng-tung per la festa della S. Bambina, ma nella prima notte m’incominciò la febbre tifoidea. Dopo qualche giorno, mi venne in stanza la Rev. Provinciale e mi disse: Passò di qui Fiorina voleva venire a trovarla ma non trovai conveniente, è andata all’ospedale perché il bambino è ammalato gravemente. Al giorno dopo un angioletto in più cantava le glorie in cielo. La mia malattia faceva il suo corso perciò fu deciso di mandarmi all’ospedale, in casa delle suore, che mi assistettero con vera carità fraterna, io entrava in stanza di sopra e Agù (il marito di Fiorina) era accettato in sala a pianterreno con l’itterizia. A distanza di pochi giorni seguiva il suo bambino, così andò a formare una medesima fossa. La povera donna lo pianse assai, sembrava non vero dopo tante che ne aveva prese, ma lei lo amava veramente. Per fortuna era già madre una seconda volta, ma l’angioletta per grazia del Signore non conobbe suo padre, nacque 5 mesi dopo la sua morte. Io guarii e tornai al mio posto. Alla nostra scuola occorreva una maestrina, mi fece compassione la povera vedova che mi pregò di accettarla come tale, ora è tornata con me contenta e beata, ha la sua Giuseppina di due mesi e l’adora, spero che questa le farà perdere la memoria di tanti brutti giorni.
E la conclusione di questa mia lunga filastrocca? Tu ben la comprendi, ci vuole l’amore reciproco. Però come ben tu dici, la vita senza uno scopo è piuttosto dura, ti ripeterò le parole che ci diceva sempre la nostra povera Superiora: O muneghe o sposae se no resté tossegae. Vedi che ricordo ancora il nostro veneziano? Dunque io direi se quell’ultimo che ti ha chiesta è un buon cattolico, sposalo, se invece ti senti proprio ripugnante, lascialo e aspetta fino a che il Signore ti manderà quello che s’incontrerà con te, a tale scopo io ti raccomanderò a Lui in modo speciale.
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