Amelia carissima..

Amelia carissima..

conc. UN RACCONTO PER LA PACE   Ve 2002 / menzione speciale
Premio Letterario Internazionale “Città di Lerici” 2002 / III posto

Amelia carissima,

mi sembra un sogno aver fra le mani un tuo scritto dopo questi lunghissimi anni di silenzio. Come descriverti la mia gioia? Il cuore mi batteva talmente forte da farmi male. Purtroppo prevedevo le tragiche notizie che poi vi ho trovato. Mia cara, vorrei essere lì con te e abbracciarti forte per poter rendere a te quel coraggio che tu mi davi quando eravamo piccole, anche se mi rendo conto che perdere tuo marito e la tua adorata figlia è uno strazio che niente può consolare.
Carissima, mi rendo conto quanto deve essere stato difficile darmi la notizia della loro morte, ma ti prego, quando potrai, dimmi i particolari, sono state le bombe? una malattia? che altro?
E scrivimi di voi tutti, chi dei nostri uomini è andato al fronte? Siete rimasti in città o siete sfollati? Dimmi ti prego, che ne è della casa? Spero la pace sia tornata appieno consentendovi la dovuta ripresa. So di farti troppe domande, ma che sofferenza non aver vostre notizie! Quanto ho pianto e quanto ho pregato! Ora mi sembra egoistico davanti al tuo dolore parlarti di me, ma dato che tu stessa me lo chiedi… I bombardamenti hanno distrutto quasi tutto il paese, la scuola, la chiesa, l’orfanotrofio, parte dell’ospedale e purtroppo anche la nostra casa. Essendoci lì vicino un presidio militare, e quindi obbiettivo di bombardamenti, abbiamo subito molto.
Noi eravamo per fortuna già scappati in una piccola fattoria in una vicina valle. Ora giriamo per i villaggi e i paesi qui attorno a prestare il nostro aiuto, torniamo spesso nel nostro, dove era la nostra casa, dormiamo per terra, e passiamo gran parte del giorno a strappare le erbacce che sono l’unica cosa qui ancora in abbondanza. Non abbiamo sofferto troppo la fame, dove eravamo si poteva coltivare un po’ di terra e c’era qualche gallina. Il freddo sì, quando siamo scappati l’abbiamo fatto in tutta fretta e abbiamo portato con noi pochissime cose e qui è bruciato tutto. Ora che i bombardamenti, le incursioni e le razzie sono finalmente finiti, non sembra vero poter stare seduti a godere il profumo della pace, del silenzio, non sentire più la morsa della paura.
Al rumore di ogni aereo che passa sopra di noi ancora il cuore salta in gola, ma quanto è bello poi alzare gli occhi al cielo solo per seguire il volo degli uccelli, o per pregare.
Ma quanta paura, quanto dolore in questi anni! C’è cosa più orribile della guerra? Speriamo che ora le nazioni e i loro governanti lo abbiano finalmente capito, che questa guerra sia stata l’ultima. Ora c’è solo il desiderio che sia davvero finita, che ci si possa riprendere e tornare alla vita. Che la parola “pace” non sia solo un suono, una parola che appena pronunciata si perde nell’aria, ma si rendano conto che “pace” non è solo un desiderio, ma un diritto per chiunque.
Mia carissima, spero che questa agognata ritrovata pace sia ora anche con te, con tutta la famiglia e tutta la nostra gente. E’ l’augurio più bello che ora mi sento di farti. Ti abbraccio forte forte e ti assicuro che il mio cuore come sempre è lì con te.

Tua affezionatissima sorella suor Andreina                                 Keng-tung Birmania 23-5-1946

Competenze

Postato il

maggio 12, 2016

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