Mal comune…

MAL COMUNE…   1998-04-20

Molti di noi hanno sperimentato quanto sia terapeutico stendere sulla carta i nostri pensieri e le nostre emozioni così, senza rendercene conto, sempre più spesso, ricadiamo sulla poesia o sul racconto prettamente autobiografico, salutare per noi quanto una seduta dallo psicanalista.
Fra i peccatori mi metto in prima fila. Anche ora appunto, da vari minuti sto cercando un argomento che esuli dai miei temi abituali ma, ahi me, come mi succede sempre quando cerco di spremere dalle meningi un qualcosa di sensato, più strizzo, meno succo di fantasia esce. Cercherò dunque di ovviare un po’ la mia banalità trattando un argomento su cui sì é stato molto scritto detto e fatto, ma che, pur essendo un mio problema personale, mi accomuna senz’altro a tutte le altre componenti femminili dell’umanità e che tutte noi, più o meno spesso e intensamente abbiamo vissuto. Sto per parlare della tortura delle scarpe strette e con i tacchi alti!!!
Certo nessuna di noi é tanto masochista da portare sempre scarpe di tal foggia, le alterniamo ovviamente ad altri tipi di comode calzature, talvolta addirittura infiliamo i nostri poveri piedi in ciò che con molto affetto chiamiamo “barche”, ma a tutte é capitata l’occasione “importante”… e dunque: abito elegante e “scarpette” adeguate; usando un diminutivo, perché anche se si calza il numero 41, le scarpe eleganti devono avere quanto più possibile l’aspetto della scarpina di Cenerentola (d’altronde, dopo un po’ che le si porta, risultano essere comunque di almeno una taglia in meno di quando le si è comperate). Ma noi, stolte, per amore della moda continuiamo a infliggerci questa specie di tortura cinese con piena accettazione.
Mio marito una volta, in una di queste circostanze, vedendo che seguivo distratta e disattenta ciò che mi stava dicendo, dopo una mia risposta del tutto fuori luogo mi disse un po’ irritato:  “Ma stai ragionando con i piedi?” Ebbene, in quelle occasioni sì, la sofferenza può dalle estremità inferiori, passando per ogni anellino della colonna vertebrale, soffermandosi un po’ nello stomaco e un po’ nel cuore, raggiungere il vertice del nostro corpo e stazionando in maniera disastrosa nel nostro cervello alterarne di conseguenza ogni pensiero.
Così oggi mi ritrovo a pensare alla terribile dolorosa sensazione sofferta pochi giorni fa alla fine di una giornata “di cerimonia”, e con angoscia consapevole a ciò che proverò fra un paio di settimane quando, per il matrimonio di mia figlia, calzerò un elegantissimo paio di scarpine conformi a tutti gli attuali dettami dell’eleganza… e con dei micidiali tacchi alti! Ma cosa non si fa per i propri figli!!!
Beh! così come ogni medaglia ha il suo rovescio, tutti i mali non vengono per nuocere e altre fesserie simili, anche questa faccenda ha il suo risvolto positivo: quando, una volta raggiunta l’agognata libertà della nostra casa, ci togliamo finalmente di dosso questo strumento di tortura, scopriamo cos’é la vera essenza della beatitudine!

Competenze

Postato il

marzo 8, 2017

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