Animali

ANIMALI   1992-11-02

…E io risposi in maniera categorica: – Non voglio animali in casa!
Per l’ennesima volta ripetevo la stessa frase all’insistente richiesta delle mie bimbe di possedere un cucciolo. Mi sentii in dovere di spiegare ancora:
– Anche un gattino ha bisogno di un suo spazio, per non parlare di un cagnolino! e la nostra casa è così piccola! Io non voglio altre incombenze e ho già due scimmiette e un “zanzarone”.
Alludevo naturalmente a loro e al soprannome che avevano affibbiato al loro papà che si di­vertiva un mondo ad andare a stuzzicarle e tormentarle specie le rare volte che se ne stavano tranquille, come appunto un zanzarone noioso (cosa che fa tuttora).
E questa conversazione si è ripetuta più volte nel corso degli anni, con poche varianti, minando però sempre più le solide basi su cui poggiavano le mie convinzioni.
– Assolutamente no! – ripetevo. Ma che fare la sera in cui, di ritorno dal Luna Park, si presentarono con un sacchettino di plastica in cui si dibatteva una scheggia arancio e oro? Non puoi certo friggere in padella un pesciolino rosso! E così, il giorno successivo mi vedeva di buon’ora nel negozio specializzato per comperare la boccia di vetro più grande che c’era in vendita.
“Beh! in fondo non occupa certo molto spazio, ci vuole un niente per accudirlo e, cosa importantissima, non fa rumore (dicevo fra me) e così posso accontentarle almeno un po’”. Sennonchè…
Pochi giorni dopo un’amica si dovette assentare da casa per alcune settimane.
– Mi terresti le mie tartarughine fino al mio ritorno? – mi chiese al telefono.
Ora, anche per esse erano applicabili le stesse teorie adottate per il pesciolino e poi, non lo fai un piacere a un’amica? Così per un po’ avemmo per casa quei due ciondolini verde scuro, che per la verità erano così tranquille che io, nella mia esecrabile mania di dare un nome anche alle piante e alle cose, avevo battezzato Insulsina e Insulsetta, nomi derivanti dal termine dialettale veneto “insulso”, cioè insipido, quasi stupido.
Per contrasto, il nostro pesciolino che sprintava con grande vivacità su e giù nella vaschetta e il suo compagno arrivato il giorno successivo, furono chiamati Vispo e Vispa (anche se il sesso dei nostri pesciolini è sempre rimasto un mistero insoluto).
A essi si sono puntualmente aggiunti, dopo ogni ritorno dalle giostre, Mezzaluna (per via della sua pinna caudale storta all’insù che gli conferiva la tipica “siluette” a spicchio) e il piccolissimo Stellina. Fermai tassativamente il loro numero a quattro.
– Stanno stretti quanto noi in questa casa! – e questo argomento ha convinto tutti.
Sono passati alcuni anni, sono cambiati i contenitori, i sassolini colorati del fondo, le alghe (e per la verità anche un paio di pesciolini), ma sempre i loro guizzi hanno accompagnato le nostre serate televisive dalla loro vaschetta posta accanto alla TV.
– Non voglio animali! – ho ripetuto a Guglielmo, il fidanzato della mia figlia maggiore un paio di mesi fa, quando si è presentato con un criceto che assomigliava di più a un batuffolino di cotone bianco e nocciola con due perle nere per occhi.
Assolutamente impossibile far rinunciare a Mara un simile dono, e come non intenerirsi davanti a quella cosina morbida? Così li ho spediti subito a prendere la gabbietta più bella che trovavano (dalla quale è misteriosamente riuscito ad uscire diverse volte) e gli alimenti adatti.
Il mese scorso Guglielmo è partito per il servizio militare lasciando dietro di sé una ragaz­zina affranta e una tartarughina orfana che prontamente abbiamo ospitato per la durata del suo servizio di leva. Non mi è rimasta che la vendicativa soddisfazione di aver loro affibbiato il nome di Topino Guglielmino e Guglielmetta Tartarughetta, con grande dispetto di mia figlia.
– Quando avrò il fidanzato gli chiederò un solo regalo: un gattino nero – minaccia ora Claudia – e non potrai rifiutarlo! – Ha scoperto il sistema giusto.
E ora che stiamo aspettando di trasferirci finalmente in una casa più grande io non avrò più nessun pretesto.
Mio marito ha detto: – La prima cosa che compreremo sarà un grande acquario. – E passa alla descrizione di un qualcosa che starebbe senz’altro meglio in un museo di storia naturale.
Mara scrive a Guglielmo chiedendogli suggerimenti su quale sarà il prossimo acquisto per il loro “micro-zoo” (non oso chiedere notizie sulla risposta), mentre Claudia pensa che forse una coppia di gattini, uno nero e uno bianco, sarebbe molto più carino.
E io? intanto che gioco con Guglielmino o quando sbriciolo sorridendo il pane o riempio la ciotola d’acqua per i passerotti che, molto interessatamente, ogni giorno vengono sul mio poggiolo a trovarmi, penso a quali nomignoli da inventare che possano irritarli di più.

Competenze

Postato il

agosto 6, 2017

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