A COLLOQUIO CON I PROFESSORI 1991-04-20
Se si pensa che una ragazzina diciannovenne, dopo diversi anni di scuola, sappia arrangiarsi da sola con i professori si sbaglia; almeno nel caso di mia figlia Mara, e io per salvare (se possibile) l’ultimo anno scolastico o forse solo per calmare le acque di casa in agitazione per una presunta crisi con conseguente calo del rendimento scolastico, sono andata a colloquio con i professori.
SENSAZIONI ALL’ANDATA: Groviglio intestinale, estrema pesantezza nel camminare, freddo polare con successivo congelamento dall’alluce al naso.
SENSAZIONI DURANTE L’INCONTRO: Intenso calore che partendo dal plesso solare arriva senz’altro a colorare di violaceo il mio viso, irrigidimento muscolare, inizio di balbuzie, comprensione ritardata. In quasi quarant’anni si impara a convivere con la propria timidezza e qualche volta a mimetizzarla (ma non sempre).
COLLOQUIO CON I PROFESSORI: Falso allarme! Un paio di voti non troppo brillanti ma tutto risolvibile; è solo una bambina sciocca che pretende troppo da se stessa!
SENSAZIONI AL RITORNO: Idea che la stessa strada si possa percorrere in metà tempo pur andando alla stessa andatura, sensazione di pesare almeno un quarto di meno, sorriso che a tutti i costi ti si stampa in faccia malgrado vari tentativi per scacciarlo.
SENSAZIONI A CASA: Voglia impellente di sculacciare la “bambina”! Decisione sicura di non andare più da nessun professore se non mandata a chiamare appositamente!
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