AMORE ODIO E HOBBY 1992
Ho cominciato a scrivere perché mi sentivo un po’ giù, depressa e sola, e ho iniziato dicendo: “Mi sento come una scatola chiusa e temo che qualcuno alzi il coperchio e scopra che dentro è completamente vuota”
Ora invece sto passando un periodo decisamente “su” e se dovessi ricominciare direi: “Mi sento come un grande baule e non vorrei che qualcuno, aprendolo, facesse sfuggire alcune delle tremilatrecento idee che ci sono stipate dentro”.
In questo periodo infatti, sono in una delle mie ricorrenti “esplosioni creative”.
Tutto contemporaneamente, mi piace scrivere, adoro scolpire, disegnare, ho voglia di cucire, ricamare, andarmene in giro a far foto, e ogni tanto me ne invento una di nuova.
Il mio giorno dovrebbe essere fatto di almeno 35 ore e soprattutto (utopia) figlie, marito e casa dovrebbero lasciarmi il tempo per fare ciò che voglio. E` molto probabile, e forse meno crudele verso il gusto estetico dell’umanità, che il baule rimanga chiuso! Soprattutto per rompere la monotonia della routin quotidiana, mi invento dunque sempre nuove cose da fare, solo che …molto, molto spesso, ne comincio una e già ne penso ad un’altra.
I centrini per esempio. Ma… con l’uncinetto o con un giro di ferri, di cotone o di velluto con la passamaneria attorno, per me sono tutti uguali: io ODIO i centrini! Che siano sotto un soprammobile o un vaso di fiori, chiusi in un cassetto o nel bel mezzo di una tavola … io detesto TUTTI i centrini!
Però mi piace farli. Così ne ho preparati un numero alquanto considerevole e di volta in volta, in occasioni speciali o nella ricorrenza di qualche festività, li regalo a chiunque mi capiti a tiro. In casa ovviamente non ne ho esposto nemmeno uno; i miei li tengo tutti in un sacchetto di plastica nell’attesa di essere lavati inamidati e rifilati a qualcuno. Attualmente ne ho in lavorazione due (n.d.a. ora è il periodo in cui mi va di lavorare a ferri) uno bianco sottile sottile come un velo e uno avorio tutto fori e trafori.
Due naturalmente, perché io non riesco a fare una cosa alla volta. Così ho in allestimento contemporaneo due lavori con i ferri, due libri da leggere (di due generi diametralmente opposti), due quadri cominciati e ancora chissà per quanto non finiti, due diverse tematiche su cui dilettarmi a dissertare con i miei scritti. (Altra n.d.a.: Altro che due!!! ora che ci penso, sono TUTTI lavori che ho iniziato e porto avanti scegliendo ora l’uno ora l’altro a seconda dell’umore!)
Forse ho dato l’erronea idea di essere un tipo indeciso e insicuro. Non è così. Io so benissimo ciò che mi piace e che voglio fare. Solo che è sempre diverso da ciò che DEVO fare!
Questa mia mancanza assoluta nel sapermi concentrare appieno in un unico lavoro risulta essere particolarmente disastrosa quando è l’ora di preparare i pasti: il corpo è in cucina, ma la mente è da tutt’altra parte. Spesso anzi, anche la mia persona fisica è altrove dato che, purtroppo molte volte, mentre ho le pentole sul fuoco sento un bisogno impellente e irrefrenabile di guardare dalla finestra, di telefonare a mia madre, ricordo di non aver acceso la lavatrice e simili, ed essendo stimoli dati dal subconscio e quindi prevalenti su qualsiasi altro (bella come giustificazione vero?) li metto subito in atto, con conseguenze prevedibili per quanto riguarda il cibo in preparazione.
Sì… mi sembra evidente… io ODIO cucinare!!!
Anche il telefono mi sta alquanto antipatico! O meglio, tra me e lui c’è un rapporto di amore-odio, un feeling del tutto speciale. Con perfetta sincronia di umori quando sono sola e calma lo è anche lui, quando invece ho cento cose da fare, si agita tutto e trilla in continuazione. Degno degli studi telepatici più avanzati, con tempismo perfetto suona appena entro in bagno, quando ho i capelli grondanti, appena accendo il computer o la spina del ferro da stiro, …e ovviamente quando, dopo vari sforzi ripensamenti e costrizioni su me stessa, mi accingo a preparare il pranzo. Chiaro che, per l’immancabile altra faccia della medaglia, quando mi ci metto parlo per ore, tanto che la cornetta alla fine letteralmente scotta. E queste sono le occasioni in cui mi odia lui!
In questo momento comunque, ammonticchiati qua e là per la stanza ci sono indumenti da stirare, da cucire, da riporre. E io che faccio? mi siedo e penso da dove cominciare.
Mi siedo certo, perché il lavoro celebrale, si sa, è stancante talvolta più di quello fisico.
Ah, povere donne casalinghe! E poi c’è chi pensa che noi facciamo solo lavori manuali! Che frutta prendere oggi? Che dentifricio ci farà risparmiare ad andare dal dentista? (noi amiamo illuderci utopicamente). Che detersivo ti fa il bucato più bianco del bianco? (???). Amleto, con i suoi quesiti era un pivello! Essere o non essere? Dormire o sognare? Su questi temi per noi non c’è alcun dubbio: siamo innanzi tutto casalinghe. Dormire? quasi sempre poco, dato gli immancabili problemi e i vari inevitabili impegni; sognare? mah! qualcuna lo fa seguendo una telenovela alla TV o leggendo un libro rosa. E io che non amo queste cose lo faccio a occhi aperti davanti a un foglio bianco e con una penna o un pennello in mano. …E poiché dopo tutto, a pensarci un po’, una tavola da stiro o l’ago e le forbici non scappano, le idee o “l’estro creativo” invece sì, e dato che in questo mondo grigio e brutto, spesso non ci resta che sognare… corro a scrivere!
Un momento però, cerchiamo almeno di aggiornare ciò che c’è scritto sulla carta d’identità di molte donne: sotto la voce professione dobbiamo mettere: manager familiare.
Altro che casalinga!!! E’ una cosa tutt’altro che facile! noi dobbiamo organizzare e coordinare molti lavori diversi: cucinare, lavare, far le pulizie e la spesa sia quotidiana che all’ingrosso ecc. ecc. ecc; siamo di volta in volta assistente sociale o sanitaria, e consulente per problemi vari (compresi quelli di cuore).
Per risparmiare sul bagget siamo costrette a svolgere anche mansioni di segreteria (rispondere al telefono, prendere appuntamenti con specialisti, ricevere o spedire la posta, scrivere biglietti appropriati nelle varie ricorrenze ecc.) sia per questioni che ci riguardano personalmente che per gli altri membri della famiglia
Spesso ci avvalliamo di collaboratori esterni, specie per lavori occasionali (ad esempio di idraulica, falegnameria e simili) e di consulenze di esperti, in genere altre donne manager con più esperienza di noi e con le quali abbiamo legami affettivi dati sia dalla comune professione che da vincoli di amicizia o di parentela. (i nostri problemi sono talmente affini che talvolta basta una sola telefonata per aiutarci a vicenda).
Purtroppo questra professione, pur venendo tecnicamente riconosciuta da tutti, per via di quell’inglesismo nel nome, sui documenti anagrafici viene tuttora scorrettamente scritto: casalinga!
Tornando comunque alla mia voglia di scrivere direi proprio che voi non potete capire, ma è difficile fare la pseudo-scrittrice! Scrivo quasi sempre a rate, qualche briciolina di racconto per volta, sempre interrotta da qualcuno della famiglia, dal trillo del telefono o del campanello della porta, da impegni improrogabili e centro altre cosa ancora.
E ciò che stavo scrivendo? Sospeso lì a metà!
E poi… perché le idee migliori vengono sempre in autobus, in coda presso qualche sportello, nella vasca da bagno o simili? Ma qualche volta può succedere che sia tutto tranquillo, che sia nel posto giusto e nel momento giusto e allora… dimentico il tempo che passa inesorabile e tutto ciò che ne comporta e scrivo per ore!
Ma che colpa ne ho io se c’è una specie di calamita fra il foglio e la punta della penna? Se come comincio, quella si mette a scorrere via come l’acqua di un piccolo ma irrefrenabile torrente, quasi se avesse una vita ed una volontà propria?
… Che posso fare?
E` difficile conciliare i doveri con i piaceri; spartire in modo equo il tempo, e soprattutto trovarlo quando ti fa più comodo!. Le faccende si devono fare… prima il dovere poi… Ma lo scrivere?
Fra un punto esclamativo e una virgola, c’è pure un tantino di senso di colpa… ma intanto?
Chissà, magari inventeranno in un prossimo futuro un giorno di almeno 36 ore.
Certo che adesso, noi povere indaffarate casalinghe-pseudo-scrittrici… che vita dura!!!
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