CHE VITA DURA! 1994-04-01
Certo, è così! Davvero! Voi non potete capire, ma è difficile fare la pseudo-scrittrice!<
Ho sempre dormito poche ore per notte e ora, non so perché, dormo ancora meno, così non mi pesa alzarmi quando ancora tutto il condominio dorme. Vado in cucina, mi preparo una tazza di latte, mi metto accanto pasticcini e caramelle e scrivo anche per ore. A una a una sento le finestre che si aprono, le persiane che si alzano, il mattino che sbadiglia. Poi… suona in casa la prima sveglia, e comincia la giornata lavorativa della famiglia, ME compresa! Colazione per tutti, spesa, faccende domestiche, imprevisti vari come interminabili code a qualche sportello o tediose attese in ambulatori e simili. E ciò che stavo scrivendo? Sospeso lì a metà!
Che colpa ne ho io se c’è una specie di calamita fra il foglio e la punta della penna? Se come comincio, quella si mette a scorrere via come l’acqua di un piccolo ma irrefrenabile torrente quasi se avesse una vita e una volontà propria? Se mentre mi strofino diligentemente i denti mi viene l’idea per una favoletta; se passando l’aspirapolvere vedo un ragnetto e si scatena in me la voglia di scriverci sopra una poesiola… Che posso fare? E` difficile conciliare i doveri con i piaceri; spartire in modo equo il tempo, e soprattutto trovarlo quando ti fa più comodo! Cerco di stirare più in fretta… ma non si può mandare il marito in ufficio con la camicia mezzo stropicciata. Il bottone staccatosi dalla gonna devi pur prima o poi attaccarlo!
E ancora una e una e un’altra cosa. Colazione, pranzo, cena, merendine varie. Tutti sanno che odio cucinare e da me non pretendono più di tanto… però… non sono maniaca certo, ma ordine e pulizia!… Prima il dovere poi… E lo scrivere? I fogli ora sono sullo scrittoio e attendono. Cosa? La fine del bucato, il rientro dalle compere, ecc., ecc., ecc.
Che vita dura quella della pseudo-scrittrice!
Se fosse la mia professione… tutto a posto! Suona la sveglia, mi rinchiudo nel mio habitat lavorativo e… guai a chi disturba, sto lavorando! Le faccende? Una collaboratrice domestica, ovvio. O suddivisione in parti uguali equamente distribuite fra i vari familiari.
Ma ora no! sono io la casalinga, spettano solo a ME!
E il racconto? Chissà! Era circa alla metà, ora ho altre dieci idee almeno. Spero di svegliarmi domattina ancora un po’ prima. Forse lo finirò, forse comincerò qualcos’altro.
In questo momento ho commiserato un po’ la vita di una pseudo-scrittrice seduta al tavolino, a fianco di una “montagna” di panni da stirare, una “collina” di bottoni, gancetti e cosine varie da aggiustare; il pensiero che ogni tanto sbircia in cucina a controllare se magari i piatti si lavano da soli, un “Cosa farò per pranzo?”, fra un punto esclamativo e una virgola, e un tantino di senso di colpa perché mi son detta: “Farò tutto dopo!”
Tutto? Quando? Anche il racconto iniziato?
Chissà, magari inventeranno in un prossimo futuro un giorno di almeno 36 ore.
Certo che adesso, noi povere indaffarate casalinghe… che vita dura se ci passano certi grilli per la testa.
Commenti recenti