Io sono così

Io sono così

IO SONO COSI’   1992-02-12

Io sono, o almeno cerco di essere, una persona buona e gentile con tutti. O quasi!
Nel profondo del mio essere (a pensarci bene però, non tanto in fondo!) sono decisamente introversa, scorbutica e soprattutto vendicativa!!! E quest’ultimo con tre punti esclamativi.
La buona educazione ricevuta dai miei genitori, il loro ottimo esempio e quello degli altri miei familiari. gli insegnamenti infilzatimi a viva forza dalle “gentili” suore delle classi elementari, e quelli dei “competenti educatori” (oltre che professori) delle superiori, hanno for­zato (più che forgiato) il mio carattere, imprigionandolo entro certi schemi di vita, certe “gabbie”, dette anche “buone maniere”, che ora mi fanno comportare nel modo cosiddetto “civile”, o “educato”. Saluta, ringrazia, sorridi, non gridare, non dimostrare apertamente i tuoi sentimenti “contrari”, rimani nella cosiddetta “normalità”, ecc.
E in principio, tutto bene! Se fin da piccina ti svuotano il cervello e te lo riempiono con questa poltiglia impastata con tutti i buoni propositi e le buone qualità preconfezionate che riescono a inventare per te, ecco, qualcosa per forza ti rimane dentro… se non altro a colmare il vuoto formatosi.
Ma quando cresci, ahi! cominciano i guai!
Se il carattere ribelle avevi allora, con varie briglie possono averlo tenuto a freno, ma ora, ahi! almeno in certe occasioni, c’è proprio il pericolo che la tentazione di rompere i lacci sia più forte, e magari tu riesca a farcela.
Ancora ahi ahi! cominciano i guai!
Che voglia di far dispetti a tutti, di uscire “dall’anonima normalità”; di andare contro corrente finendo addosso dando spintoni a quelli che, in fila come un ben addestrato gregge, avanzano tutti ordinatamente uguali.
Se non ti ricambiano il saluto che cortesemente per prima hai porto, se ti guardano in malo-modo per cose per le quali tu sai di non aver colpa (e sai che anche loro lo sanno)…
A chi ti ascolta con quel sorrisino sospeso a metà e fermato sull’angolo della bocca…
A chi ti dice: “Devi lasciare che le cose vadano”, adducendo le scuse più astruse e senz’altro più opportunistiche…
Che voglia di girarmi di scatto e fargli le boccacce; che soddisfazione inchinarmi fin quasi a terra urlando un “Buon dì signoria lustrissima!” e lasciar saltar fuori il mio caratteraccio in tutta la sua prepotenza.
…Ma io sono così! non chiedo a nessuno di capirmi, certamente di sopportarmi, e tanto meno di compatirmi!
Un mio sogno?: rendermi conto che di bocca in bocca, chi sogghignava ora bisbigli: “E’ arrivata bene diritta in fondo alla sua strada!”

Competenze

Postato il

settembre 24, 2017

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