Mia sempre carissima Amelia
Oh quanto è buono il Signore! Non credevo proprio d’essere così fortunata questa volta. Vorrei fossi stata in un angolo quando ricevetti la tua carissima, forse in tanti anni di missione ho mai provata gioia e commozione simili. Una settimana prima avevamo ricevuta una cartolina dalla Rev. Provinciale che diceva: Scrivo da Brescia ove ho visto la cugina di suor Andreina, domani parto per Venezia e spero vedere la mamma e le sorelle. Non vi fu altro, il mio pensiero era sempre a voi, quando un’altra cartolina completò la mia gioia: Sono a Venezia, diceva, e ho visto tutti i cari di suor Andreina, scriverò. Difatti la prossima settimana ho ricevuto la tua carissima, quella della Rev. Superiora ed una di Elvira con alcune fotografie. Forse tu sì potrai comprendere i sentimenti da me provati in quel giorno perché il tuo cuore te li avrà manifestati, tu pure hai passati momenti simili. O Amelia carissima ringraziamo entrambe il Signore per tanta di Lui bontà e preghiamo acciò ci conservi ancora a lungo la nostra venerata Provinciale.
Dunque sono contenta che hai avuto tante notizie intorno alla nostra missione ed a noi, ringraziando, i sacrifici dei primi anni non furono così pesanti perché alleggeriti dalla poesia missionaria; certo che io sono stata la prima a sentire gli effetti del clima e ancora adesso dopo 18 anni ne ho sempre una di nuova, pazienza, se fosse piaciuta al Signore mi avrebbe data la robustezza invece vuole che sia debole, sia fatta la sua volontà, sconterò così un po’ dei miei peccati.
Elvira mi scrisse che essa pure è ammalata, poverina se incominciano certi disturbi non finiscono più, la Rev. Provinciale pure m’ha detto che vi ha trovato tutti bene eccetto che lei, raccomandiamola nelle nostre preghiere. Il mio mal di schiena sembra non abbia premura d’andarsene e perciò sono forzata ad un involontario ritiro ma oltre a questo me n’è apparsa un’altra di bella, da sei mesi ho giù la voce, un dottore m’ha trovato un’infiammazione alla laringe, un altro disse che è effetto d’una gastrite, il fatto sta che dopo tante cure fatte sono sempre eguale, quindi oltre al ritiro sono obbligata anche al silenzio? E sai qual’è stata la prima causa? Ti racconterò come è andata tanto per farti un po’ ridere.
La Superiora di Loimwe aveva invitate tre delle nostre giovani suore a passare qualche giorno colà e aveva promesso una buona torta se erano capaci di andare a piedi, pensa che ci vogliono circa sette o otto ore di cammino con una salita faticosissima. Ma non ci voleva altro per farle star allegre, tanto più che ce la facevano a noi vecchie, la cosa fu combinata, sarebbero andate, io però a dirti il vero non voleva lasciarmi bagnare il naso e con la Superiora ne ho combinata una bella. Devi sapere che vi sono due strade opposte per andare a Loimwe, una per pedoni e l’altra per gli auto, ho domandato quindi d’andare io pure ma all’insaputa di tutte, con l’automobile sarei arrivata prima di loro. Alla sera prima della partenza ci furono i saluti, gli addii, io ricevevo tutte le ordinazioni come se niente fosse, anzi dicevo loro se non avevano vergogna andare a spasso e lasciar a casa le vecchie a lavorare, una disse: E che colpa ne abbiamo noi se lei non è capace di venire? Come, risposi, non son capace di venire? Oh questo poi no, questo poi no ripetevano in coro ridendo. Cosa scommettiamo? insistetti, cinque rupie, cinque rupie, e la scommessa fu accettata, lontane quanto mai dal sospettare il mio progetto. Si andò a letto, ed alle quattro le tre viaggiatrici erano già in piedi, avevano premura per non prendere tanto sole, e andarono. Alle otto venne l’auto a prendermi e prima delle dieci ero già là, e le poverine erano appena a metà strada, tutte eravamo ansiose di vedere la loro sorpresa, raccomandai alle ragazze, quando fossero arrivate, non far loro sapere la mia presenza. Alle due le vediamo spuntare da lontano, feci appena in tempo a nascondermi, arrivarono stanche e trafelate, la Superiora le condusse in refettorio a prendere qualche cosa ma loro, senza tanti preamboli, reclamarono la torta promessa perché dovevano portarne a casa un po’ a suor Andreina che aveva una voglia matta di venire, ed io ero nella stanza vicina che non ne potevo più. Le lasciai parlare un po’ indi picchiai alla porta e con una vocina falsa domandai in inglese: posso entrare? Si alzarono subito credendo fosse qualche signora, ma quando la superiora m’invitò ad entrare e mi videro… non ti posso descrivere la scena, non sapevano più cosa dire né cosa pensare, continuavano a guardarmi sembrando loro un sogno. Svegliate dal letargo e compreso il tranello, dovetti fuggire per non pigliarle, mi rincorsero perfino col bastone, immaginati quanto siamo state allegre.
Passammo colà due giorni indi ritornammo tutte in automobile, e fu appunto in quel viaggio di ritorno che mi presi un bel raffreddore, tirava un vento fortissimo ed essendo seduta davanti me lo sono preso tutto ed ancora adesso ho la voce rauca e continuo mal di gola. Oh Amelia carissima t’assicuro che son proprio sior Tonin dee 99 disgrassie.Ed ora, che ti ho forse annoiata con questa mia lunghissima chiacchierata, veniamo a noi, hai ricevuto le poche cose mandate? Sono ansiosa di sapere se ricevi le mie lettere al nuovo indirizzo, sento che cominci ad abituarti nella nuova casa, certo che il tempo è farmaco salutare e risana le ferite anche più profonde. La Rev. Provinciale m’ha nominati tutti, la mamma che porta bene i suoi 70 anni, tu e le tue figlie modeste e serie avete fatto a Lei proprio buona impressione, così pure Antonia e Maria, mi specificò Sergio che lo vide con tanto di libri sotto il braccio, mi parlò insomma di tutti eccetto di Giacomo e Bruno. Forse con tanti che ha visto s’è dimenticata, oppure non hanno avuto la fortuna di vederla. Mi annunciò la sua partenza da Venezia ove dice spero di vedere ancora i tuoi cari, credo arriverà a destinazione il giorno 24, chissà quanto stanca, in gennaio l’aspettiamo qui. All’otto settembre ci sarà la benedizione della nostra nuova scuola, per lo studio sono già entrate ma la stanza del lavoro fu ultimata dopo, vi andremo fra qualche mese. Credo per l’occasione farà fare qualche fotografia, se riuscissero bene sarei contenta mandartene una, ma sono così bravi questi fotografi!…
(manca un terzo foglio)
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