LA COLPA E IL RIMORSO

LA COLPA E IL RIMORSO   1997-01-25

 Ho una cosa che pochissime persone possiedono! Si potrebbe pensare che sono una persona fortunata… ma ogni situazione si può guardare da diversi punti di vista e spesso si vedono cose completamente diverse… Questo è uno dei casi suddetti: io ho una personale stanza delle torture! Si tratta della cucina di casa mia che dal mio punto di vista è luogo di tormenti infiniti.
Con grande, anzi, stupido masochismo, da una ventina di giorni ci passo quotidianamente molte più ore di prima. Sta di fatto che io so cucinare molto bene (non sto sbrodolandomi in ipocriti auto complimenti, è stato con stupore notato da estranei in varie occasioni e in ognuno di questi ultimi giorni è stato riconfermato da ogni componente della famiglia) io con molta sincerità non ho nessuna remora ad ammettere che… semplicemente ODIO CUCINARE!
Ne è risultato che sinora la quasi totalità degli inviti ad amici o parenti sono stati fatti per l’ora del tè o per il dopo cena o nel caso comprendessero il pasto, i “miei cari” si affrettavano a puntualizzare che accettando lo facevano a proprio rischio e pericolo. Per i pasti quotidiani risolvevo il tutto con piatti quanto più semplici e veloci riuscissi a propinare senza essere tacciata di sadismo, non cattivi, ma di una banalità assoluta.
Circa un mese fa è successo un fatto nuovo: a mia figlia maggiore è stato proposto un lavoro trimestrale che a lei, pur piacendo, incute un sacrosanto terrore. Da parte mia, le parole di conforto e di incoraggiamento si poterono pesare a chili.
– Devi affrontare la realtà, non potrai tirarti sempre indietro; ricorda che ogni cosa è scuola di vita. Se rinunci ora senza neppure tentare, inconsciamente cercherai di farlo ogni volta ci sarà un ostacolo o qualcosa che non ti piace, e tesoro mio, pensare che la vita possa essere una strada dritta e liscia è pura utopia. Pensa a ogni persona che conosci e al loro lavoro, ricorda le loro parole quando te ne hanno parlato, ognuno ha qualcosa più o meno grande da recriminare; ogni lavoro, per quanto bello possa sembrare, ha sempre la faccia rovescia della medaglia; ricorda il loro comportamento, comincia pure con tuo padre e…
Stavo per aggiungere “e a me”, ma mi sono fermata con le parole in gola travolta da una realtà inconfutabile: io sono sempre scappata davanti alla mia odiata realtà di casalinga-preparatrice-di-pasti!!! Fate quel che dico e non quel che faccio! Amo i proverbi anche perché mi rendo conto sempre più della loro filosofica esattezza.
Cerco di riconoscere e ammettere le mie pecche, anche se ho sempre preso a martellate in testa la mia coscienza scacciandola a rannicchiarsi negli angoli più lontani della mente. In quel momento però, momentaneamente disarmata e bloccata dallo sgomento nell’ascoltarmi nella predica a mia figlia, il senso di colpa e di rimorso si sono scatenati e sono scoppiati in me con una deflagrazione che ho udito solo io, ma che non per questo è stata meno assordante e devastante.
Morale della faccenda, memore del fatto che non voglio essere una di quelle persone che parlano bene e razzolano male, da una ventina di giorni soffro in silenzio in cucina, anzi, non troppo in silenzio, dato che per non brontolare da sola o non urlare sotto tortura, accendo la radio e canto con lei. C’è sempre qualcuno che accorre a chiudere tutta le porte, ma meglio così, se si spande l’odore dei cibi anche nelle altre stanze, per me sarebbe davvero troppo!
Quanto tempo impiegherò a riacciuffare la mia coscienza ribelle non lo so. Intanto, per farmi resistere quanto più a lungo possibile, i miei famigliari mi vezzeggiano, mi adulano, mi lusingano, mi coccolano verbalmente a ogni piatto che con un sospiro di sofferenza porto in tavola. E’ già qualcosa.
Da parte mia, non potendo almeno per ora “reincatenare” il senso di colpa nei loro riguardi e riprendere le care vecchie belle e comode abitudini, cercando di imbrogliare le avversità e avere così almeno una piccola rivincita, non metto nessun vincolo o briglia alla mia fantasia e personalizzo così ogni ricetta a seconda dei miei gusti soddisfacendo persino quello estetico. E dato che, dicono, anche l’occhio vuole la sua parte, dopotutto la cosa non è per niente disdicevole. Almeno fin che dura.

Competenze

Postato il

ottobre 13, 2017

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