LOIMWE 1-7-1947 Amelia

Sempre carissima Amelia

            Eccomi a risponderti subito avendo ricevuta la tua carissima in un alla cartolina, ah! cara la mia Amelia come mai descriverti il mio dolore? Povera la mia cara vecchietta era la mia gloria, a tutti andava dicendo: Vedete come son vecchia io? Eppure ha ancora la mamma. Nutriva proprio la speranza di vederla fotografata con le tre generazioni, invece il Signore l’ha chiamata prima, fortunatamente però noi che abbiamo il dono della Fede speriamo di riunirci un giorno lassù nel Paradiso. Io ho fatto celebrare subito una S. Messa e poi tutte le suore di qui, le ragazze dell’orfanotrofio, le mie catechiste, hanno pregato tutte, offerte S. Messe, rosari e S. Comunioni, speriamo che il Signore usi a lei la misericordia.
Cosa mi dici ma di scusarti per il ritardo? Ti puoi ben immaginare che sei subito assolta. Sai? io ho fatto un patto con nostro Signore e Le ho detto: Ecco che io son venuta così lontana per Tuo amore e per salvare le anime, non posso quindi aver con facilità notizie dei miei cari specialmente quando Tu li chiami a Te. Per amore dunque di questo mio sacrificio Ti prego o Signore di usar loro subito una grande misericordia, e non permettere che abbiano a rimaner a lungo nel carcere del purgatorio. Son quindi sicura che Lui tanto buono soddisferà certamente a questo mio desiderio. Dunque ti ringrazio della tua promessa di scrivermi a lungo, augurandoti che ti abbia presto a riaverti del tutti. Grazie delle belle fotografie, non dimostra certo 80 anni la nostra vecchietta, anche Nina con il piccolo Andrea son ben riusciti, e Antonia, Rita e i suoi bambini? Quanto son contenta di aver fotografie!
Queste ultime le ho sempre in mano, le guardo e le contemplo tutti i momenti, mi dispiace immensamente che Rita sia ammalata, certamente pregherò acciò il Signore le ridoni la salute.
Prima dunque di darti qualche notizia continuerò a rispondere alla tua. Sento che i tuoi piccoli vengono sempre a casa tua è più che naturale che siano affezionati a te e alle sue zie furono allevati da voi ed avete ben diritto al loro amore, che il Signore li benedica. Lo prego tutti i giorni.
Lessi con piacere che incominci a calmarti a che speri di scrivermi più spesso, poverina, ti prego però di non stancarti di troppo altrimenti, benché i tuoi scritti mi siano più che carissimi, pure avrei rimorso di coscienza; questa benedetta posta continua a tardare, non so la tua quanto ci abbia impiegato perché non c’è la data ed anche dal timbro non si capiva però in generale ci mette ancora tre mesi, pazienza finirà anche questa. Mi domandi se è ancora con me la figlia suora di quella signora con cui hai girato tanto per avere mie notizie in tempo di guerra, no quel nome non é in Birmania, conosco tutte le suore, non sono tante, si fa presto a sapere, sarà forse in India, voi in Italia non potete darvi un’idea di queste lontananze, con l’India noi non ci vediamo mai, c’è qui una suora veneziana ma si chiama Giada e stava ai Frari, ce ne sono alcune altre che stanno nei dintorni di Venezia ma non hanno quel nome e sono Fianto, Zanotto, Ongaro, Semolino e Murri. Come vedi di Costa non ce ne sono. Se hai ancora occasione di vederla ringraziala anche per me per tutte le strade che ha fatte, è più che naturale che non abbiate potuto aver notizie, non puoi farti un’idea della strage che fecero qui. Da Keng-tung a Rangoon (otto giorni di viaggio in auto) c’è un’unica strada, fu quindi rovinata in tanti punti, rotti i fili del telegrafo, fummo perciò veramente isolati.
La nostra cugina Elvira mi scrisse da Brescia così pure suo nipote Antonio, ho già risposto ad entrambi, povero ragazzo chissà quanto ha sofferto nei cinque ani della sua prigionia, mi promise di scrivermi più a lungo la prossima volta e descrivermi la cattiveria degli inglesi. Grazie del caro saluto di Emma tua cognata, altro che la ricordo, poverina quanto ha sofferto per Augusto suo marito, ricordo benissimo quella sera che è venuto a cercarla a casa nostra ove si era rifugiata, Giacomo andò ad aprire ma spaventato dovette fuggire perché suo fratello si presentò con un coltello, e la povera Emma dovette scappare dalla parte del canale scavalcando le barche, non è vero? Ricordo bene anche sua sorella Virginia, se hai occasione di vederle salutale tanto tanto per me.
Ed ora qualche notizia. Come vedi dalla data sono tornata a Loimwe, ma senza catechiste perché le nostre cose furono tutte distrutte, hanno riaperto l’ospedale e desiderano anche una suore per la scuoletta pubblica, io son qui con queste due suore, abitiamo una casetta ove prima stava il dottore fino a quando ci verrà un po’ di provvidenza e potremo rifabbricare, io vado tutti i giorni a far tagliare l’erba che è alta quanto me, ho fatto mettere il tetto di paglia a qualche locale ancora in piedi perché voglio portarmi su qualche mucca, ormai sono abituata a prendere il latte puro e gratis.
Amelia carissima ascoltami……. Ho proprio nutrito la speranza di rivederti!!! Ti meravigli? Ora però tutto è andato in fumo. Una suora doveva andare in Italia e un’altra doveva accompagnarla, sperava d’esser io quella, ma il Signore non ha voluto, fu scelta un’altra perché un po’ più vecchia, son partite, dovranno però fermarsi a Rangoon per i passaporti che sarà difficile ottenerli, dovrebbero essere a Milano per ottobre vedremo se arriveranno, chissà che commozione dopo 32 anni che non vedono la patria, son due del nostro primo gruppo, una è Sr. Giuseppina Maspoli l’altra è Sr. Assunta Colombo, questa ed io eravamo le uniche che avevamo ancora la mamma, ora è lei sola, beata lei se può rivederla. Non ho consegnato nulla per voi neppure uno scritto, perché a dirti la verità, confesso il mio peccato ero proprio inversa, non so se verranno anche a Venezia, se potete vederle sarò contenta. Ed ora faccio punto perché voglio scrivere due parola alle mie indimenticabili nipoti.
Ciao carissima, sta bene, tienti da conto chissà che da qui a qualche anno non capiti ancora qualche altra occasione di fare una scappata? Mi sembrerebbe un sogno. Saluta tutti quelli che mi ricordano, ti bacia e ti abbraccia con tutto l’affetto sempre tua aff.ma sorella Andreina

Salutami tanto tanto Antonia Maria Giovanni, Bruno Gina e Sergio. Le Piva e la Soppelsa sono ancora vive? se sì salutamele tanto

 

Competenze

Postato il

febbraio 24, 2018

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