LOIMWE 12-1-1958 Amelia

Sempre carissima Amelia

Ho ricevuto la tua carissima, m’arrivò proprio alla vigilia della festa, ti ringrazio immensamente, e di cuore contraccambio i tuoi auguri, certamente avrai ricevuto la mia, scrissi due righe per Sr. Pierina, quella della Giudecca e ti ho anche accluso una foto di quella ragazza che chiamavo: il mio braccio destro, forse le nostre due lettere si saranno incrociate.
Con dispiacere intesi la morte della nostra cara Emma, credo che tu ne sentirai il vuoto, così son tutte le cose di questo mondo, consola però il modo con cui l’hanno assistita, era d’un carattere che si faceva amare. Io ho subito ascoltate le varie S. Messe spero che il Signore le avrà misericordia.
Ed ora in due parole ti descriverò come passammo il S. Natale, questa tua la copiai anche per Antonia, avrete un’idea di queste feste. Per prima devi sapere che finalmente hanno riparata la chiesa rovinata dalle bombe, è bella e grande, per di più hanno messo anche la luce elettrica, 8 lampadine, due di queste lunghe di quella bella luce lunare (non so come si chiama) una per parte dell’altare e sei nella navata, puoi immaginare la meraviglia di questa povera gente che in certi posti non adoperano neppure la lucerna ma solamente resina. Alla vigilia dunque dopo le quattro del dopopranzo si comincia a sentire una banda di pifferi e tamburi, è gente d’un villaggio ikò che arriva, dopo una mezzora eccone un altro, d’un’altra razza vestiti tutti dei loro abiti la chiesa è zeppa, non puoi immaginare la mia dai colori sfarzosi, si esce tutti dalle nostre casa per incontrarli e sono auguri e strette di mano, la gioia è dipinta su tutti i volti, gli uomini portano la borsa con entro qualche cosa per i bisogni, le donne invece con i braccio i più piccoli che meravigliati guardano le strade ornate di candeline e palloncini di vari colori. Alle sei si va in chiesa per l’ultimo giorno della novena. Spettacolo!! La chiesa è zeppa, non puoi immaginare la mia gioia pensando che 42 anni or sono quando siam venute noi cinque, non vi era un cattolico, e sì che qui è un posto piccolo, chissà Keng-tung ove ci sono molto più cristiani. Dopo la funzione incominciano le Confessioni, finite le quali continuano a suonare e ballare fino alle undici. Noi siamo andate a casa perché stanche.
A mezzanotte la S. Messa cantata. Come mai descrivere la gioia di quella santa notte? Bisogna provare per capire. Io ho ricordati tutti e per tutti ho implorato le più celesti benedizioni. Finita la S. Messa ho fatto trovare alla mia gente un buon spuntino: panettone (che a dir il vero mi riuscì proprio buono) caffè e latte, altri dolci e aranci, di fuori ardevano le candele nei palloncini.
Alle due riuscimmo a andare a letto, tutto ritornò nella quiete ed anche la povera gente dei villaggi avrà dormito saporitamente sulla paglia come Gesù Bambino.
Alle otto ricomincia il rullio dei tamburi e la melodia dei pifferi ma solo per poco tempo, ossia fino a quando la gente è riunita per ascoltare altre due S. Messe. Ma naturalmente la festa non è soltanto in chiesa, bisogna che anche nella pentola ci sia qualcosa di buono. Alla missione quindi ci son due grandi pentoloni, uno per la verdura ed un altro per la carne, ce n’è per tutti, il Missionario, con il denaro raccolto, ha fatto buone provviste e tutti son contenti. Ma purtroppo ne hanno abbastanza soltanto per un pasto, bisogna dunque che alla sera ritornino nelle loro case.
Finita la refezione danno il piglio ancora ai pifferi e tamburi ed è veramente un divertimento vederli a ballare e così hanno continuato tutta la mattinata. A mezzogiorno ci fu la Benedizione col Santissimo, dopo la quale si prepararono per la partenza. Di nuovo si scambiarono saluti e inviti per l’anno nuovo ai loro villaggi. Ripigliarono i loro tamburi e pifferi e in marcia si avviarono a casa nostra per offrire, come è loro costume, i doni di Natale. Furono davvero generosi, mi diedero pacchetti di candele, vari cesti di riso, banane in quantità, uova, aranci, nocelle, ed anche qualche bel pezzo di carne di maiale. Ne avrò certamente per un bel pezzo. Presentate le offerte ci fecero gustare ancora un loro ballo, indi se ne andarono contenti e felici. Non è vero che è bello il Natale in missione?
Ed ora che ho finito la mia chiacchierata, ritorno a te, mi dici che avresti voluto mandarmi almeno un pacchetto, ma mia cara t’assicuro che non ho bisogno di niente, tanto per assicurarti, la Superiora Sr. Maddalena ci ha anche regalato due bei pezzi di mandorlato, la Provinciale un sacchetto di cioccolatini e confetti, un capitano mi regalò un bel centro (linoleon) per il nostro tavolo con mezzo chilo di cioccolata, e varie altre cose, vedi dunque che ci manca proprio niente, metti in serbo il denaro per pagare la tua casetta, son piò contenta.
Due parole a Nina e Gina. Carissime, ho ricevuto la vostra cartolina con gli auguri, vi ringrazio immensamente e di cuore li contraccambio, il Signore vi benedica e vi conservi in buona salute, un bacio caro a Stefania, auguri a Sergio, Anselma e Gabriella. Amelia carissima, un bacio ad un abbraccio forte forte da tua sorella suor Andreina.

Presenta i miei saluti ed auguri a tutti i nostri parenti _______ Ciao

Competenze

Postato il

febbraio 27, 2018

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