Mia carissima Antonia
Ricevetti lettera da Elvira, nostra cugina e mi disse che venne a trovare Eugenio perché è grave, come fu mai che successe questa catastrofe? Mi rincresce assai, immagino il tuo dolore, poiché siete ancora abbastanza giovani entrambi. Io non tralascio mai di raccomandarvi al Signore perché dia all’uno la rassegnazione e la pazienza, sapendo, per esperienza, che simile malattia porta malinconia e cambiamento di umore all’ammalato, ed esige sacrifici da chi l’assiste. Ti raccomando Antonia, abbi carità, assistilo bene, cerca d’accontentarlo in ciò che puoi, insomma fa tutto ciò che dovrebbe fare una brava e buona sposa. Ma m’accorgo che do dei consigli che certamente non avrai di bisogno, prendi le mie parole come un’aiuto che vorrei darti e non lo posso perché lontana. Immagino i tuoi figli! Perché Rita non mi scrive più? aveva così care le sue notizie, ora so più niente di voi, sii buona fammi scrivere, adesso come saprai, puoi farlo con più libertà perché sono io che apro la posta, e nessuno saprà quel che mi scriverai.
Vorrei augurarti un felice Natale, ma in quelle condizioni che sei certamente lo passerai triste, però se c’è la rassegnazione e la carità scambievole, il Signore aiuta con la sua Santa grazia.
Intanto tu salutalo tanto da parte mia, dille che lo raccomando tutti i giorni nella S. comunione, che offra con generosità i suoi dolori per la conversione di questi poveri infedeli e per il futuro dei suoi figli.
Oh! quanto mai è grande la responsabilità dei genitori! Ho qui, in questo nuovo posto che mi trovo, sotto i miei occhi una povera donna che sebben pagana, piange tutti i giorni la depravazione d’un suo figliuolo, però in parte la colpa è sua perché non ha saputo e non ha voluto educarlo bene e quando cerco con carità s’intende farle capire il suo sbaglio mi risponde: Hai ragione ma non c’è più tempo temo mi vada a finire in una prigione. Chissà che le sue lacrime abbiano ad attirarle la misericordia Divina.
Ti dico questo per il futuro, abbi cura dei tuoi figli, il Signore te ne domanderà strettissimo conto. Fa sposare presto Rita, e Attilio che mestiere fa? E’ buono? laborioso? Ha cattive compagnie? Fammi sapere qualche cosa, non son forse tua sorella? Non credere che non abbia nessuna esperienza del mondo, sono qui in mezzo alle miserie d’ogni genere, ben più grande delle nostre perché almeno noi abbiamo la fede che ci aiuta a sopportare con pazienza mentre questa povera gente è priva anche di questa.
Sperando quindi di ricevere presto due righe ti prego di salutarmi tanto Rita, Guido il suo fidanzato e Attilio, Eugenio poi assicuralo della mia continua preghiera. Ciao Antonia, stammi bene, in un alla tua famigliola, credimi sempre tua aff.ma sorella suor Andreina C.
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