Mia carissima Amelia
Ho qui la tua lettera mandatami per il S. Natale, chissà mai cosa dici che ho aspettato così tanto a risponderti, cosa vuoi aspettavo saper se le nostre suore erano venute costì e aspetta un posta aspetta un’altra son passati quasi due mesi, spero perdonerai questa mia tardanza non è vero? tanto più che dopo il tifo sono rimasta un po’ balorda, ed incomincio a rispondere alla tua carissima. La posta aerea impiega 16 giorni, ma c’è speranza che in futuro ci metta meno perché stanno riparando l’aerodromo in Keng-tung così la posta e i passeggeri invece d’impiegare otto giorni da Keng-tung a Rangoon impiegheranno due ore.
Dunque passando per la calle dei Saoneri ti sei ricordata di quando venivi a prendermi? Quanti anni son passati non è vero? E quante cose sono successe! Come corre questa vita! Ma l’eternità finirà mai, colà non ci saranno né separazioni né dolori ma ce la godremo per sempre, a questo pensiero mi sento felice d’aver sacrificata la mia vita per far guadagnare a tante altre anime simili felicità. Ti ricordi ancora dei miei lavori e quelli della nostra indimenticabile Emma, ah! quella bella tovaglia regalatami da lei chissà in quali mani sarà andata perché non mi fu bruciata ma rubata. Grazie delle notizie dall’Italia, ora con i giornali che mi mandate voi e con l’osservatore Romano che mi manda una signorina sono abbastanza al corrente di tutto.
Mi domandi se abbiamo la radio, ne hanno una i soldati che sono vicinissimi a noi e a dirti il vero sono già stanca di sentirla, però son tutti canti e discorsi in birmano, per l’italiano l’ora sarebbe di notte cioè quando noi siamo con i santi Angeli, veramente l’ho sentita varie volte anche prima della guerra, tutte cose meravigliose e mi domando, se in questa terra che è terra di dolori ed esilio ci son tante belle cose, che sarà in Paradiso?
Continuando a rispondere alla tua, ti fo noto che mi ricordo benissimo della Dal Soldà e delle Bellomo, salutamele tanto tanto, quando son partita, la Marietta aveva due bambini mi sembra, ora saranno già nonni forse! Ines Maria (la Mora) esse pure avranno la loro famiglia, così pure tutta la loro brigata di fratelli e sorelle, e i loro genitori? Siora Gigia e Sior Enrico? E Siora Nona con tutti i suoi figlioli? Se ancora vivono e si ricordano di me salutameli tanto.
Ed ora che ho risposto alla tua, ho altre cose importantissime. Le due Superiore sono ritornate in 15 giorni e quella che vi ha visti mi portò, immaginati con quanta gioia, i vostri saluti, il tuo affettuoso abbraccio, appena scesa dal lorry andò ad abbracciare la Rev. Provinciale e poi subito a me: Ho visto la sua Amelia, la sua Maria, e un sua cugina. Non pronunciai parola perché un nodo mi strinse la gola e piansi…….. Dopo in ricreazione come per quietarmi mi disse: Indovini cosa ho qui da darle da sua sorella. Eravamo colà in 15 suore (eravamo riunite per fare il ritiro annuale) ciascuna disse la sua, ma chi poteva indovinare? finalmente venne fuori con il torrone e la liquerizia, fu un grido universale, ti puoi immaginare in tanti anni non ne abbiamo mai visto. L’abbiamo diviso e tutte lo gustammo immensamente, immagina la mia felicità nel vedere che tu eri la causa di tanta gioia. Grazie dunque, di cuore grazie. E le fotografie? Quanto le gustai!! Ringrazia tanto per me la famiglia Marchi e Bruno, ma questi non ne aveva due di figli? Anche Nina è sempre lei, ma chi è quella bambina che tiene in braccio? Forse la figlia di Rita? E Sergio? sembra un gigante, che robusto! Tu pure mi sembri abbastanza in forze, le ho fatte vedere a tutti e mi dicono la stessa cosa: Non ci assomigliamo. Quasi quasi me ne rammarico. Ecco tutto è passato, hai ragione tu di pensare che la gioia del vedersi sarebbe amareggiata dalla partenza forse più dolorosa della prima. Ci diceva un sacerdote: Chi va in missione ha una rotella al cervello, ma chi ne ritorna ne ha due. Beati dunque quelli che hanno due perché hanno da offrire di più al Signore. Mi dispiace che presentemente non posso mandarti una mia fotografia, hanno le macchine ma non possono avere gli acidi per svilupparle, appena potrò sarà mia premura d’accontentarti.
Mi dici che Andrea si ammalò, di cosa? Forse la tua lettera è in viaggio e s’incontreranno.
La suora mi disse che ha visto anche Aldo e un bambino, ma non m’ha saputo dire di chi era, certamente come fa a tenersi a mente tutti, ha visti i parenti di quasi tenta suore!!
Questa mia ti giungerà per le feste Pasquali, buone feste dunque, sii felice, non angustiarti tanto per quelli che son partiti fra le mani del Signore, sii certa che stanno meglio di noi e possono aiutarci di più. Presenta i miei auguri a tutti, a Bruno e sua moglie con bambino, Nina, Gina e Sergione, alla famiglia Marchi, a Giovanni e sua moglie. Alla Maria e Emma scriverò la settimana ventura. Voglio tenere due righe per scrivere a Gina, che aspetto ancora la sua lettera, si capisce che per terra ci mette ancora tanto tempo, ma vedo che per aria costa immensamente.
Un’ultima cosa, sai che ho ancora il tuo fonografo? Me l’hanno rubato, seppellito, ma io l’ho scovato, è rovinato di fuori ma posso suonarlo ancora. Ciao Amelia cara, ti abbraccio con tanto affetto, prega per me qualche volta, mentre ti assicuro del mio giornaliero ricordo, sempre tua aff.ma sorella missionaria suor Andreina.
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