Natale ’94

NATALE ’94   1995-01-04

Voi credete a Babbo Natale? io sì! Certo viene chiamato con parecchi e mutevoli nomi (S. Klaus, mamma, babbo, amici ecc.) legati però da un unico filo comune: i regali.
E anche per le letterine indirizzate al Dio Bambino per le rituali preghiere, le annuali promesse e le inevitabili richieste, il mittente virtuale è oggi solo uno: Dio Consumismo.
Però, malgrado le facili parole di biasimo e le ipocrite frasi fatte di condanna e di rimprovero per la laicità e prosaicità in cui la festa della Natività è degenerata…. che bellezza! nonostante le mie ripetute esortazioni sull’economia e sul “basta il pensiero, che è quello che conta”, anche quest’anno nessuno mi ha ascoltato, così mi sono ritrovata ancora una volta col numero maggiore e i più bei regali rispetto a tutti gli altri membri della mia famiglia! Il pensiero che in fondo me li merito e che almeno in questa occasione riconoscano tutti quanto valgo e mi gratifichino con qualcosa di più tangibile di un “brava e tante grazie”, è un regalo che faccio annualmente a me stessa; il dubbio che forse vogliono ingraziarsi la mia persona, farsi perdonare eventuali mancanze nei miei confronti o che vogliano tenermi buona almeno per la durata delle feste, lo bandisco dalla mia mente relegandoli a giorni futuri.
Quest’anno mio marito mi ha regalato due palle (vietato malignare!) sono “sfere anti stress”, prodotto odierno di una antica saggezza cinese: rigirandole con movimenti coordinati delle dita ci si dovrebbe rilassare. Sono due piccole palline con disegnati due panda su uno sfondo di smalto blu oltremare; nel loro interno un piccolo congegno fa emettere a ogni ribaltamento un paio di note simili a campanelle; parlo al condizionale perché quando le ho provate, per riuscire a farle girare con sincronia (e soprattutto senza farle cadere) ho faticato così tanto che mi sono ritrovata con i nervi tesi e scossi più che mai. Ma sono talmente belle le mie palle! per ora le tengo nel loro cofanetto foderato di velluto rosso con il coperchio alzato così le vedo ogni volta che passo e se posso, ne prendo una in mano per sentirne il tintinnio.
Mi piace moltissimo il suono dei carillon. Il “coniugale” regalo natalizio dell’anno scorso è stato infatti una giostra in miniatura con i cavallini che girano al suono di una vecchia canzone d’amore e piena di cosmetici. Mi rendo conto che tutti cercano per quanto possibile di adeguarsi alle mie preferenze e necessità, anche se, nel regalo suddetto, non ho capito bene se il donatore pensava alla dolce musichetta o al fatto che non amo imbrattarmi con ciprie e rossetti, trascurando un po’ il mio aspetto esteriore (probabilmente entrambe le cose). Come ogni anno non mi ha fatto un unico regalo, le sfere sono state seguite da un mini-armadietto portagioie, anche quello prodotto in Cina, con tanti cassettini e scomparti (ho perso buona parte della mattina del giorno appresso a divertirmi a riempirlo con ninnoli e bigiotteria cambiando l’ordine delle cose riposte almeno trenta volte!). L’ho già detto che mi piacciono le cose in stile orientale? Mi sembra una cosa ormai appurata. Io le adoro!
E alla regola del “vediamo un po’ che le può piacere” si sono adeguate anche le mie ragazze che mi hanno preso così uno di quei pigiami “caldi caldi” che quando li indossi sembra ti facciano le coccole, e un blocco di costosissimi fogli per acquerelli. Ma non è mica finita qui! alla “supermamma natalizia” è arrivato anche un vaso (indovinate un po’ in che stile), un librone (fantascienza, ovviamente), e tante tante altre cose ancora perché ci sono “i ragazzi delle mia ragazze”, mamma, suocera, cognati, amici e parenti vari ai quali io stessa faccio regali ma dai quali in genere non mi aspetto di essere contraccambiata (per davvero!!). E siccome sono una convinta sostenitrice che non è il valore materiale quello che conta, il piccolissimo pesciolino di marmo è stato inondato dalla stessa quantità di ooooh! di ogni altra cosa.
La mattina di Natale, in barba a tutti i riservi e i pii propositi ero completamente euforica e se “sprizzare gioia da tutti i pori” non fosse solo una frase metaforica, avrei orrendamente insudiciato tutto il pavimento!

Competenze

Postato il

ottobre 19, 2017

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