Nella nebbia

NELLA NEBBIA

Ho lo stomaco… in mezzo alla nebbia. Non so come altro spiegarlo.
Non è che io sia una di quelle persone “malate” per l’ordine o che rasentano la pignoleria ma, specie le MIE cose, amo tenerle in ordine; per una però, nel modo più assoluto, il caos è uno stato abituale: ovvio che sto parlando della mia mente!
Qui, cumuli di idee si alternano a montagne di pensieri, lunghe file di sensazioni si intersecano si frappongono si mescolano con emozioni, opinioni e giudizi vari spesso in disaccordo o in contraddizione fra loro. Sparsi qua e là senza nessuna logica osservazioni e spunti per nuovi scritti, dipinti, lavori e lavoretti di ogni genere. E il tutto in un movimento continuo che fa sì che nessuna cosa abbia un suo posto fisso e nessun posto una sua cosa specifica. Povera me ogni qualvolta tento di cercare trovare estrapolare da questa miscellanea una “qualsiasi qualcosa” e portarla fuori nel mondo reale del tangibile.
Molto spesso succede che mentre il mio corpo fa un’azione, la mente sta pensando a tutt’altro. Fatto si è, che un paio di sere fa (come faccio da vent’anni a questa parte) mi sono tolta le lenti a contatto in modo ormai talmente automatico e meccanico che non ci ho prestato un briciolino di attenzione… del guaio che ho combinato me ne sono accorta il mattino dopo quando, per rimetterle, sono rimasta con tanto di naso anzi, per l’esattezza, con tanto di lente, una, al singolare, perché la sua gemella… l’ho persa!
Avete mai avuto in mano una lente a contatto? vederla a distanza o tantomeno alla televisione non rende assolutamente l’idea: avere in mano “niente” è forse il modo più azzeccato per descriverla. Piccola, fragile, trasparente, invisibile, e tutti questi aggettivi farli finire in -issima. Il gesto per riporla certo l’ho fatto, ma la povera lente del mio occhio destro che fine avrà fatto? Non lo so, come non so a cosa stavo pensando in quel momento per non accor­germi che stavo mettendo davvero “niente” sullo speciale contenitore.
Dato che mi manca poco più di un decimo e che ho ancora quella dell’occhio sinistro, sarebbe logico pensare che è un male minimo, ma usarne una sola non so perché mi scombussola il cervello; sono quindi corsa freneticamente a ordinare la copia della lente fuggiasca che però a tuttora non è ancora arrivata!
Nel frattempo me ne vado così per la strada con la vista annebbiata però, ahimè, quello che sta più male è soprattutto il mio stomaco: è come se fosse immerso in una fredda lattiginosa vomitevole fitta nebbia.

Competenze

Postato il

settembre 1, 2017

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