Riflessioni tento per continuare a piangere un po’

RIFLESSIONI TANTO PER CONTINUARE A PIANGERE UN PO’   1993-01-29

Vi siete mai soffermati a vedere di cosa sono fatti i soldi? Neanche io! Certo però non sono di materiale solido ma di una sostanza di tipo gassoso, volatile, come l’acetone; infatti quando vai per toglierti lo smalto che, quell’unica volta in un anno, con tanta cura hai messo e che dopo un paio d’ore è già tutto mangiucchiato, prendi la boccetta ed ecco… quel liquido inco­lore, dall’odore sgradevole, si è volatilizzato lasciandoti un qualcosa di simile all’acqua e as­solutamente inservibile.
Il denaro è così, oggi ne hai, domani ti accorgi che, chissà come, è sparito.
Talvolta i soldi non sono nemmeno visibili: ti arriva un assegno (sempre misero compenso per un sempre duro lavoro) il giorno dopo vai, per esempio, dal dentista; metti una firma sul retro di quel pezzettino di carta e i tuoi soldi non ci sono più! e non hai avuto nemmeno la soddisfazione di avere in mano quel piccolo pacchetto di banconote, o per qualche ora sentirti nella tasca o nella borsa un briciolo di ricchezza.
I soldi sono simili all’aria, c’è ma tu non puoi impacchettartela e mettertela in un cassetto per usarla quando lo smog ti smorza il respiro. Accendi la TV, vedi picchi innevati e abeti che svettano verso il cielo azzurro; cambiano scena e ti ritrovi lo sguardo immerso nelle ac­que limpide di lidi incontaminati con palme fiori splendidi e un sole da arrostirti piacevol­mente al punto giusto. Poi ti accorgi che fanno la pubblicità a una caramella alla menta e a una stufetta elettrica… e pensi che certo, anche i sogni sono eterei.
Tenti di restare aggrappata a queste visioni ancora un po’, cerchi freneticamente un dolcetto che scarti e ti infili in bocca in fretta, ne gusti il sapore e il ca­lore secco dei termosifoni. Chiudi gli occhi per ritrovare nella mente quelle splendide imma­gini, e proprio mentre stai per decidere fra monti o mare, qualcuno della famiglia apre la fi­nestra.
Nemmeno il freddo è quello delle alte vette, quello è “luminoso puro e bello”, quello che ti entra in casa è “sporco”, ha l’odore del gas dello scappamento delle auto che ti sbuffano pro­prio sotto il balcone, e il sole poi…, pensi che sia anche lui frutto di una pubblicità bugiarda, c’è, ma al di là di una fittissima nebbia, unica cosa tangibile.
Urli che chiudano, ma oramai l’incantesimo è finito. Nella disperazione la caramella ti va di traverso in gola. Intanto a tuo figlio viene un attacco di tosse alquanto fastidiosa e corri a prendere quello sciroppo che con un solo cucchiaino ti fa passare tutto. E per qualche secondo ci credi. Ancora un’eterea utopia frutto della tua mente e di chi, sdraiato su un’amaca sotto il sole, firma senza problemi un assegno al pubblicitario per il buon lavoro ese­guito. Per i figli comunque faresti tutto: firmi cifre da capogiro per i dentisti e spendi e spandi per cremine miracolose per la pelle e cibi iper-nutrienti e super-genuini. E tu che non credi nem­meno ai miracoli dei santi e proclami che “tutto” il mondo è inquinato, anche a occhi aperti te li sogni eleganti e disinvolti in quei posti manageriali, pensi che tua figlia adopererà in quelle occasioni collant ancora più attraenti e profumi più accattivanti, anche se, sei certa, non ne avrebbe assolutamente bisogno.
Ma per loro sei disposta a tutto, anche a sognare. Pensi che per loro potresti chiedere anche la carità; e ti torna in mente quella ragazza che ha messo la bambina appena nata sul casso­netto dell’immondizia perché non avrebbe saputo come mantenerla. Notizia trasmessa dalla TV a intercalare l’annuncio dell’inizio di un’altra guerra, di nuovi disastri e nuovissime tasse e restrizioni.
Anche l’amore è una cosa eterea, volatile, intangibile, incomprensibile, discriminante. “Mi ami di più se prendo quel prodotto dimagrante e se ti vengo a prendere con quel determinato tipo di macchina?” Spero non mi dica di sì, peso già meno di cinquanta chili e non ho la patente.
“Oh, mio marito mi adora! mi ha regalato una pelliccia favolosa! Pensa, ci sono volute le pelli di circa una trentina di buffi animaletti per confezionarla. Me l’ha portata di ritorno da quel viaggio d’affari fatto lo scorso fine settimana per scusarsi di non avermi portato a sciare. Per ammazzare il tempo sono passata dalla piscina al campo da tennis al lettino del massaggiatore.” “Hai “ammazzato” il tempo?” Assassina!!!” Ridono elegantemente nelle loro pellicce e in­tanto prendono una monetina di poche lire dalla borsetta di pitone e la lasciano cadere nella mano tesa di chi chiede pane per i propri figli.

Competenze

Postato il

agosto 29, 2017

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