SU E ZO PER I PONTI 1998-03-25
Vi do una buona ricetta per passare una giornata veramente piacevole:
Prendete una domenica di inizio primavera, un sole radioso e un vento che fa gioiosamente garrire le bandiere; miscelate bene.
Procuratevi ora circa 15000 persone di varie nazionalità, qualsiasi età e condizione sociale e ponetele nella città più particolare e più bella del mondo; incorporatele col composto precedentemente preparato, quindi fate scorrere il tutto avanti e indietro. Dopo un po’ arriverete a coprire gran parte della superficie della città in modo quasi uniforme.
Fate attenzione a non far scivolare l’impasto soprattutto SU E ZO PER I PONTI!
Ieri, 22-3-’98, prima domenica di primavera, solare, anche se alquanto freddina, si è svolta a Venezia la 20° edizione della corsa denominata appunto “Su e zo per i ponti”. Nome quanto mai azzeccato dato l’ovvio andamento del percorso, davvero unico nel suo genere; come irripetibile è l’incanto dello scenario che solo Venezia può offrire.
Ma né la lunghezza del percorso, né la difficoltà dei continui saliscendi dei ponti, gli imbottigliamenti nelle calli più strette, la notoria maggiore fatica nel camminare (o ancor peggio correre) sulle pietre dure con cui Venezia è pavimentata, hanno fermato la marea di persone giunte veramente da ogni parte del mondo per partecipare a questa che, più che una gara, assomiglia a una festa. L’atmosfera particolare si è respirata già dalla partenza: turisti e partecipanti (scaglionati in più riprese) sono stati rallegrati da vari gruppi folcloristici di cori e di danzatori, per l’alza bandiera in Piazza San Marco e, per dare il giusto ritmo alle partenza, la fanfara dei bersaglieri.
Nell’enorme massa di partecipanti, pochissime erano le voci che parlavano in dialetto veneziano (i cittadini, coerenti con la tranquilla pigrizia di questa città, se ne stavano beatamente ai balconi ad ammirare i forsennati che sfilavano a velocità varianti sotto i loro occhi spesso canzonatori); ai dialetti dell’entroterra e di tutte le regioni italiane, si sono mischiati in una piacevole cacofonia idiomi stranieri di paesi anche molto lontani. Era quasi un gioioso e sportivo abbraccio fra genti di tutto il mondo.
E tutti assieme, chi correndo chi passeggiando, lungo calli rive e campielli, su e giù per i ponti, ad abbracciare anche con gli occhi e col cuore questa nostra splendida città!
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