Ventiquattr’ore di le mamm

VENTIQUATTR’ORE DI LE MAMM  1993-04-15

Ieri la mia mamm (io la chiamo qualche volta così) è stata un po’ male e sono rimasta a casa sua; poi è stata bene un po’ di più, ma la giornata (e la pomeridiata e la serata) è passata noiosissima, così ho cer­cato di ammazzare il tempo picchiandolo ripetutamente a colpi di scopone, briscola e solitari vari. Mi sentivo è vero un po’ sadica, ma siccome ho perso quasi sempre io, anche quando giocavo contro me stessa, la bastonata sono stata io.
Comunque non è servito a niente, di tempo ne rimaneva sempre, il che mi dava anche fastidio, inoltre non passava mai dalla mia parte. Non vedevo l’ora che arrivasse la sera, così a un certo punto (precisamente sul naso, agganciati alle orecchie) mi misi gli occhiali per vederla meglio; e qu­ando finalmente arrivò l’accolsi con un abbraccio particolarmente caloroso, perchè prima avevo freddo così mi ero messa un altro strato di maglioni di lana garantita pura (però ne dubito perchè mentre li stropicciavo infilandoli non fecero “beee”).
Quella notte ero però troppo nervosa per dormire bene e l’ho passata quasi tutta in bianco; il resto in nero, in giallino e in verde, a seconda se la luce era accesa o no, se guardavo il pi­giama o il lenzuolo.
Finalmente è arrivato il “domani è un altro giorno”; ma ho scoperto che il suo arrivo fa cam­biare tutto solo nei vecchi film! a me non è cambiato niente e ho detto a Salomè: “Una ron­dine non fa primavera, né di giorno né di sera, dov’è più la virtù?” Mi ha risposto: “Cercatela tu!” Ho guardato in retrospettiva e in me stessa, ma per modestia tralascio di scrivere ciò che ho visto. Non ho adoperato uno specchio, neanche quello dell’anima, pur usando gli occhi, per­ché non mi piacciono le riflessioni.
E anche stamattina c’era la coda davanti alla porta del bagno. La coda umana non è bella e preziosa come quella della volpe, né simpatica come il ricciolo del maialino, al contrario, è brutta sotto tutti i punti di vista, anche tutti quelli sopra, “mal e bengrado” sia normalmente in­visibile, almeno che non ci si metta uno proprio dietro dell’altro. Ma oggi ho fatto un balzo e un salto e una corsa dal letto e sono arrivata prima (qualche volta anche una quasi vecchia mamm può essere più veloce di una persona giovane).
– Mi hai rubato il posto! – ha gridato ansimando mio marito (il papp), arrivato subito dopo di me (ma con un preziosissimo attimo di ritardo).
– NO! – ho risposto io da dentro, – l’ho solo preso in prestito per pochi minuti, te lo rendo subito! – E appena sono uscita io ed è entrato lui la coda si è autonomamente accorciata di un terzo, se la matematica non è un’opinione (e se lo è, io ho un’opinione molto brutta della ma­tematica). Cose che succedono agli esseri umani (specie se si abita in più di uno in un appar­tamento con un bagno solo).
Più tardi ho dato un colpo di telefono a mia mamm; l’ho fatto pianino, perchè naturalmente non voglio farle male. Non si sente ancora troppo bene, ma non riesco a farle adoperare l’ap­parecchio acustico.
– Ciao, come va?
-Va sempre avanti purtroppo! Non si può tornare indietro. Stamane ero a terra, ma è venuta Claudia (mia figlia), ha detto che aveva uno sciopero, ma io non l’ho visto, l’avrà lasciato a scuola. Mi ha proprio tirato su.
– Che brava! meno male che è forte, perchè ultimamente sei diventata piuttosto pesante!
E per fortuna la mia permalosissima mamm, stamattina non ha raccolto, non ha nemmeno dato una spintina, al mio davvero cattivo doppio (o forse anche triplo) senso.
Passano le ore; uno, due, tre… conta che ti passa. Spero che così la rabbia che ho accumu­lato, specie con mio marito, passi in fretta altrimenti mi alleno al lancio dei coltelli tenendo come bersaglio la sua testa (anche se forse è troppo dura e potrebbe spuntarmeli); è preferi­bile e meno difficile (dato che ho una brutta mira) ma forse più costoso, il lancio del disco, anzi, del piatto, a cui si può far seguire quello dei bicchieri e delle tazze. Meno male (soprattutto per lui) che non sono un falegname o potrei essere tentata di fare il lancio del martello! (Tal e talora volta, anche i papp rompono!)
Mentre facevo la spesa una signora mi ha chiesto se avevo l’ora a portata di mano. No! In mano avevo una borsa, una sporta, un ombrello, ma un’ora no! Avevo anche un regalino che ho preso per mia mamm. Ho preso anche l’autobus, ma quello non l’ho potuto tenere (ma tanto, la mia mamm soffre di mal d’auto e di bus, e forse anche di bicicletta).
La giornata prosegue, tediosa, noiosa, uggiosa, e alcune altre stupide -iosa ancora. Leggo il giornale per rompere la monotonia, ci riesco piuttosto bene e la riduco in briciole. “Chi rompe paga e i cocci sono suoi”, ma erano miei anche la noia e il giornale che avevo pagato in contanti, contando gli spiccioli a uno a uno. Parlano, anzi scrivono, molto di politica; io non me ne in­tendo molto, “La politica è una cosa sporca”, e finora non hanno ancora trovato un sapone abbastanza efficace e in quantità sufficiente per lavare tutte le mani sporche di alcuni dei no­stri politici. E nemmeno candeggine o perborati.
E’ vero anche che “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, e questo lo disse uno che a suo tempo e a modo suo di politica ne fece parecchia. Non soffermiamoci su ciò che gli è successo poi per questi suoi pensieri e restiamo a guardare le valanghe di pietre che volano da tutte le parti partendo e arrivando da ogni direzione. E io che pensavo che saremmo rimasti tutti col naso all’aria fischiettando con finta aria indifferente e con le mani in tasca, anche se non so di preciso sulle tasche di chi! Forse noi mamm non abbiamo cospicui giri e rigiri di soldi da far volatilizzare o da portare in Svizzera, così di politica magari non ce ne intendiamo troppo. Proverbi, frasi fatte, detti e ridetti, luoghi più o meno comuni. Comuni a chi?
Ritelefono a mamm per sapere se lei sa, come ora va e come sta. Mi ha risposto che certe cose è meglio non saperle (filosofia spicciola), che non va da nes­suna parte e che sta sempre lì nello stesso appartamento e ha lo stesso numero di telefono (questo lo so anch’io perchè l’ho appena chiamata, anche se a voce bassa, tanto ci pensa la ditta dei telefoni a fargliela arrivare).
Sto pensando che precisamente da questo momento… no da questo… no da questo, (lasciamo perdere) da quest’ora sono passate esattamente, o quasi, 24’ore di due mamm.

Competenze

Postato il

ottobre 25, 2017

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