VIRUS 1998-01-30
Attenzione! sono contagiosa! di una grave forma di virus che si trasmette da madre in figlia (con qualche occasionale caso di salto generazionale).
Mi spiego: Cito come esempio il “virus verde” di mia madre e per farlo devo tornare molto indietro nel tempo, a quand’ero ancora piccina a Venezia. Come non ricordare il tenero primaverile color verdino con cui era tinteggiata la cucina della nostra casa? e lo stesso (per fortuna delicato) colore delle piastrelle del cucinino le porte che vi immettevano quelle degli armadietti e perfino quella del frigo? E il verde della mia camera del salotto piatti e bicchieri abiti biancheria per la casa e soprammobili?
Quasi nauseata da questo colore, una volta sposata e in una nuova casa, mi sono adeguata senza reclamare al “virus marrone” di mio marito (la “colorite” è una malattia che colpisce varie famiglie). Il suo guardaroba, i suoi quadri, ogni cosa su cui “metteva colore” erano solo dissertazioni monocromatiche sul colore marrone.
Ma la “verdite” era latente dentro di me e piano piano è riaffiorata a contrastare la sua “marronite”. La trasformazione è stata graduale, difficile e faticosa; soprattutto molto sofferta da tutti i componenti della famiglia poiché, alla continua inconsapevole ricerca di uno stabile equilibrio della mia “salute cromatica”, ho sottoposto tutti ai miei continui sbalzi e cambiamenti di colore. Così, novella Picasso (ma incompresa e bistrattata) in vari “periodi” ho avuto una passione travolgente per il rosso e “inondai” la casa di fuoco; risentita dai ripetuti reclami da parte dell’intera famiglia, sono passata al bianco dopo una breve sosta sul giallo; poi con grande disperazione di tutti, sono entrata nel “periodo viola”. Tralascio di trascrivere i commenti quando ho amato svisceratamente il nero (per fortuna limitandomi al solo vestiario).
Ora sto finalmente bene, senza accorgermene ho istintivamente trovato il rimedio unendo la “verdite” di mia madre con la “fiorite” di mia nonna: ho riempito casa davanzali e poggioli di piante!
Memori della mia malattia e della cura, spesso i miei ospiti si presentano alla mia porta con un vaso in mano. La mia amica Ardelia ieri, dopo avermi piazzato in mano delle primule, guardando tutte le piante del mio soggiorno ha detto: “Temo di aver sbagliato”. “Certo,” ho precisato io, “ma solo a pensare questo! Non è chiaro quanto le amo?” Al che lei ha sorriso pienamente convinta.
“Non pensi di esagerare?” Ricordo come ora le parole dette da mio marito alla fine di luglio dell’estate scorsa, ma il primo agosto però (data del nostro anniversario di matrimonio) ha fatto recapitare dal fioraio una enorme cesta con dentro ben sei piante distinte.
Un nostro coinquilino del piano di sopra aveva sul pianerottolo un’enorme pianta che arrivava al soffitto tanto da incurvarsi. “Devo proprio accorciarne la punta” mi ha detto qualche giorno fa. “Si ricordi di me” mi sono assicurata io. “Ma lei ha presente quanto è alta?” “Sì sì,” ho mentito “non si preoccupi, mi dia pure tutto il pezzo che scarta, in caso mi arrangio io a tagliarla ulteriormente”. Beh, ieri c’era ancora Ardelia quando hanno suonato alla porta. Se avessi avuto la tazzina del caffè ancora in mano mi sarebbe caduta! Lui non si è preoccupato ma io senz’altro sì dopo che ho visto “la punta” della piantina che mi ha portato in casa. “Lo metto in salotto finché non arriva mio marito ad aiutarmi” gli ho detto con un sorriso tirato trascinando il tutto fino all’altra stanza conscia che da sola non sarei mai riuscita a segare quel tronco. “Ora che dirà papà?” ha detto mia figlia Mara in quel momento presente. Anche lei è sin da piccola afflitta da “fiorite”; e assieme abbiamo atteso trepidanti la sera.
“Che intenzioni hai con quel coso? ” ha chiesto Tullio guardando quella specie di albero disteso di traverso nel salotto. La sua era una semplice domanda, tranquilla quanto la mia: “Mi aiuti?” “Domani, ora sono stanco; intanto cerchiamo di farla entrare in bagno e di pulirla un po’!”
Malattia perfettamente trasmessa e attecchita!!!
Claudia sembrava invece immune dai miei virus, ma da un paio di mesi ho riesumato dal mio subconscio la mia antica passione per le pietre dure e i sassolini colorati in genere. Beh! per farla breve, ho con piacere constatato che le mie figlie si sono spartite i virus ereditari: Claudia infatti mi ha appena mostrato l’ametista che si è comperata; l’ultima di una già lunga serie…
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